Per chi si ricorda i vecchi nomi proposti, adesso penserà: vogliono svaligiare l'AZ? Pensiero più che legittimo, visto che sia Goes, che Smit sono stati entrambi pescati dalla cantera del club olandese (che di talenti se ne intende). Weslley Patati è uno di quei profili che ti capitano davanti quasi per caso, ma che poi ti rimangono addosso. Classe 2003, brasiliano del Maranhão, cresciuto nel Santos e passato in Israele prima di arrivare in Europa, rappresenta bene quel tipo di percorso che ormai sempre più spesso fa da ponte tra il Sudamerica e il calcio che conta. Non è il talento pubblicizzato a ogni sessione di mercato, né la promessa costruita mediaticamente; è piuttosto un giocatore che ha saputo ritagliarsi lo spazio a suon di prestazioni, salendo un gradino alla volta. La prima vera svolta arriva Maccabi Tel Aviv, dove nell’ultima stagione ha messo insieme numeri di quelli che fanno girare la testa: gol, assist, continuità e un impatto offensivo che ha immediatamente catturato l’attenzione degli scout europei. In Israele ha mostrato tutto ciò che oggi rappresenta il suo vero biglietto da visita: velocità, tecnica in corsa, capacità di saltare l’uomo e una naturale inclinazione a creare pericoli ogni volta che prende palla largo sulla fascia. È lì che si è fatto notare, ed è da lì che nasce la chiamata dell’AZ Alkmaar, club che da anni pesca talento con lungimiranza e che in Patati ha visto una scommessa dal potenziale molto intrigante.
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