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Viola Park aperto, l’ambiente è compatto. Con la Juve Nzola dall’inizio?

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Ottima l'iniziativa di aprire il Viola Park ai tifosi in vista della sfida contro la Juventus, c'è poi grande curiosità nel capire quale sarà la formazione di Italiano nel match di domenica sera
Enzo Bucchioni Editorialista 

Un bel bagno nel “Popolo Viola” e una grande carica energetica, ecco cosa lascia dentro la prima volta di un allenamento aperto al Viola Park. Tante belle sensazioni che arrivano dalla voglia immediata di riscatto della squadra e dalla spinta senza se e senza ma dalla parte più calda della tifoseria. Non poteva esserci un pomeriggio più intenso per preparare la sfida di domenica prossima con la Juventus che, inutile dirlo, non potrà mai essere una partita come le altre. Ma nella testa c’è ancora, purtroppo e da dimenticare, l’ultimo secondo della partita con la Lazio. Quel cross fatto partire con troppa leggerezza da Ikoné, quella palla che trova Milenkovic fuori posizione, un salto goffo, un braccio proteso e la frittata è fatta. Robe che non vorrei mai più vedere, ma sulle quali si dovrà riflettere e lavorare. Negli anni, la Fiorentina di Italiano ha lasciato troppi punti in giro per errori come questo, fra posizionamenti sbagliati e fuorigioco come quello di Praga. Situazioni che spesso vanificato grandi prestazioni e il tanto lavoro fatto e rifatto durante la settimana fra campo e video. Credo che Italiano sia furibondo e ne avrebbe più di un motivo, ma penso anche che sia controproducente mettere in croce più di tanto un giocatore importante come Milenkovic, l’uomo di maggiore esperienza, quello che guida la difesa. C’è chi pensa a una possibile esclusione punitiva contro la Juve,  per me ha senso soltanto se l’allenatore ha visto il giocatore poco sereno o confuso in questi giorni di allenamento. L’alternativa è ovviamente Ranieri, un altro mancino come Quarta. Non credo che Italiano voglia rischiare il ragazzino Comuzzo in una partita come questa, anche se ha già dimostrato di essere un talento verde da valorizzare, sulla scia di Kayode. Mi viene in mente anche Mina, per carisma, esperienza e fisicità potrebbe essere l’unica valida soluzione, ma dopo un lungo infortunio e un recupero da fare con intelligenza, non so quanto sia pronto. E’ vero che più di un mese fa in una situazione simile, dopo un lavoro di settimane mirato a recuperare gradualmente il muscolo stirato, ha giocato una grande partita con la sua Nazionale, ma i rischi ci sono. Alla fine meglio andare sul sicuro e sulle certezze per preparare una gara difficile, ma facilmente leggibile come quella con la Juve. E allora non resta che parlare con Milenkovic per capire e rasserenare, cercare di ottenere una reazione immediata: si sarà già colpevolizzato abbastanza da solo.

Chi gioca contro la Juve?

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Dicevo di una Juve leggibile. Con la difesa bassa e il contropiede, Allegri sta ritrovando il suo calcio antico e la sua squadra. Gioca un 3-5-2 passivo dove il regista Locatelli si schiaccia spesso a livello dei tre difensori che partecipano poco alla costruzione della manovra, ma recuperata palla si punta al dritto per dritto sugli sganciamenti di Rabiot o sulle due punte una delle quali spesso torna e l’altra invece punta lo spazio. La Fiorentina dovrà fare una partita di grande attenzione collettiva alla fase difensiva, come è successo con la Lazio. Servirà il pressing a cominciare dagli attaccanti per impedire il lancio lungo e il contropiede che può far male alla difesa alta della Viola. Nell’ultima partita davanti c’erano Vlahovic e Kean, quest’ultimo in gran forma, ma con il recupero di Chiesa, sfidare Firenze con i due ex potrebbe essere una grande tentazione. La Fiorentina queste cose le sa e sa anche che se gioca con il suo ritmo, a uno o due tocchi, con grande velocità e movimento senza palla, la staticità della Juve può andare in crisi. La loro difesa solida deve essere mossa, i rapidi cambi di fronte destra-sinistra,  palla a terra, possono e devono essere la chiave. L’aggressività è imprescindibile. Chi giocherà nella Viola? Sette nomi dovrebbero essere sicuri, eccoli: Terracciano, Parisi, Quarta, Bonaventura, Arthur, Duncan e Nico. E gli altri quattro? Abbiamo parlato di Milenkovic. Un altro giocatore che ho visto parecchio in difficoltà a Roma è Biraghi. Con lo stop per l’infortunio alla caviglia ha perso ritmo e condizione e allora, se non migliora e non spinge, forse Ranieri potrebbe essere una soluzione. A Salerno ha giocato tutto un campionato da esterno nel 3-5-2. Altro dubbio l’esterno sinistro, perchè Nico dovrebbe tornare a destra. Brekalo è il tattico, aiuta il centrocampo, ma ha anche spunti offensivi e la tecnica per saltare l’uomo. Sottil e Kouamé sono più attaccanti.


Il dubbio sul numero 9

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Siamo al centravanti e sapete bene che non mi schiero mai con i populisti o i calcioti. Sarebbe facile seguire l’onda e dire: deve giocare Beltran senza alcun dubbio. Italiano invece ci sta ragionando, ragioniamoci anche noi.  E’ vero che è rapido e tosto, ma il giovane argentino potrebbe soffrire difensori fisici e cattivi come Gatti e Bremer, e pure Rugani: i bianconeri giocano a tre. Nzola so che sta facendo fatica, ma a sportellate potrebbe essere più forte, anche per aprire spazi agli inserimenti dei centrocampisti e degli esterni può essere un’arma contro una difesa juventina chiusa. E poi Beltran, s’è visto, non ha ancora grande autonomia e la sua rapidità potrebbe essere invece determinante nell’ultima mezz’ora. E’ appena giovedì, ci sono ancora tre giorni di allenamento e Italiano questo dubbio se lo porterà dentro fino a sabato, se non domenica mattina. E comunque rifaccio un ragionamento fatto mille volte. Solo chi è impreparato e non conosce il calcio di oggi, per populismo appunto, continua a dire deve giocare tizio titolare e non caio. Oggi si gioca in venti. Le partite vanno ragionate sui cinque cambi, le rotazioni sono fondamentali. Sfruttare le caratteristiche dei giocatori con lo studio dell’avversario è imprescindibile. La Lazio, ultimo esempio, ha fatto meglio con alcuni entrati dopo. Titolari e riserve, soprattutto per alcuni ruoli, sono termini antiquati. Guardando l’organico della Juve, penso all’unica cosa giusta fatta dalla società bianconera negli ultimi quattro anni: la squadra B. Ha fatto crescere molti giovani interessanti e lo dico con la speranza che la Fiorentina dall’anno prossimo (come pare), iscriva davvero una formazione giovanile nella serie C. Con il Viola Park, lo stadio da tremila e cinquecento posti a disposizione, una squadra B è quasi obbligatoria. So che costa diversi milioni (attorno ai dieci) ma con il settore giovanile viola già ben strutturato, potrebbe essere un investimento dal quale trarre grandi benefici nel giro di pochi anni.

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