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Viola Park, ancora un mese d’attesa. NZola, Ikone’ e Dodo per dimenticare l’Inter

Viola Park, ancora un mese d’attesa. NZola, Ikone’ e Dodo per dimenticare l’Inter - immagine 1
Appuntamento con il consueto editoriale di Enzo Bucchioni. Focus sul Viola Park e i motivi che ne rallentano la tanto attesa apertura ai tifosi
Enzo Bucchioni Editorialista 

Ho visitato il Viola Park e dispiace davvero tanto anche a me che i tifosi della Fiorentina non abbiano ancora avuto l’opportunità di vedere questa meraviglia e non possano godere di un qualcosa che mette la loro società al livello di tutte le più grandi d’Europa. Il Viola Park non può essere ancora percepito per intero perchè a parole non si può raccontare, si deve vedere. Sono sicuro che diventerà un grande orgoglio per tutti, che alzerà il senso di appartenenza del Popolo Viola. Orgoglio, è il termine giusto. Ne ho visti tanti, anche quello mitico del Real Madrid, ma questo lo metto decisamente fra i primi tre. Fantastico. Bellezza, modernità e funzionalità fuse al massimo livello. Sale al primo posto, se guardo l’orizzonte e vedo la skyline di Firenze.

Burocrazia...

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Sono due mesi che è pronto, che la Fiorentina lavora dentro questo questo Paradiso calcistico, avrebbe potuto essere frequentato e vissuto anche da migliaia di tifosi, e invece è ancora tristemente chiuso. I più curiosi sono costretti a fermarsi sulla strada per capire, per intuire, per sbirciare. Tristi storie di ordinaria burocrazia italica che in questo caso sta bloccando il Viola Park, ma che da decenni sta paralizzando il nostro Paese. “La burocrazia dovrebbe essere amica”, ha detto l’altro giorno il ministro dello sport Abodi riferendosi proprio al caso del Viola Park e invece troppo spesso diventa un nemico invisibile e per questo imbattibile. Qualche pratica sarà stata anche presentata con ritardo qualche errore nell’iter di sicuro è stato fatto anche dal progettista che comunque ha realizzato in due anni e mezzo un’opera strordinaria, ma quando ti accorgi che vetri antisfondamento non bastano più e li devi proteggere ancora, quando in uno stadio da 1500 posti dove giocano i ragazzi serve una via di fuga per far scappare i giocatori in caso di invasione, quando non si può stare a contatto con il terreno di gioco quando invece si può fare a San Siro dalla sala Vip e in molti altri stadi, quando l’Uefa ti dice di abbattere le barriere e invece trovi qualcuno che centimetro alla mano ti fa alzare anche le reti, un po’ di sconcerto viene. Al di là del milione di euro speso in più.


Facciamo chiarezza

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E’ chiaro che la sicurezza deve essere un valore, ma due campi di un centro sportivo dove si giocheranno solo amichevoli per la prima squadra e quasi interamente riservato ai campionati dei ragazzi, possono essere equiparati a stadi da cinquantamila spettatori e più? Le stesse regole? Rispondiamo a certe domande, non per favorire la Fiorentina che non vuole favori, ma soltanto per chiarezza. Diciamo se è logico bloccare da due mesi l’agibilità di una struttura costata 120 milioni di euro per una serie di cose marginali o per interpretazioni letterali e fiscali, restrittive, di regole vecchie e superate dal tempo, dalle consuetudini, ma anche dalle abitudini degli spettatori che ormai sono pronti agli stadi senza barriere.

Siamo dentro un assurdo burocratico condito da intransigenza, scarso feeling, che forse ha anche come sfondo una guerra neanche troppo sotterranea fra il sindaco Casini di Bagno a Ripoli passato a Italia Viva e quello della Città Metropolitana Nardella del Pd, il tutto a pochi mesi dalle elezioni. Te ne accorgi subito se la lenta macchina burocratica è comunque oliata o viene in qualche modo ulteriormente rallentata. E Rocco se n’è accorto. E ti accorgi subito che in fondo non tutta Firenze, soprattutto quella che conta e preferisce la stagnazione, è contenta per quel che ha fatto Commisso. S’è accorto anche di questo. Qualcuno avrebbe preferito vedere ancora pecore e punk abbestia invece del Viola Park e c’è chi comincia anche a dirlo. Per non parlare poi, passando all’economia, di moltissime aziende fiorentine e del territorio alle quali la Fiorentina ha preferito rivolgersi nel settore della ristorazione e prodotti agro-alimentari di nicchia, privilegiandole rispetto alle multinazionali, che adesso soffrono per investimenti fatti che non hanno ancora ritorno. Nel Viola Park ci sono ristoranti, uno da 400 coperti, e bar di grande livello che aspettano solo il via libera.

Solo un po' di pazienza

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Comunque adesso dovremmo essere agli sgoccioli. La commissione si riunirà il 14, una previsione di massima colloca l’inaugurazione entro la prima decade di ottobre. Se non insorgeranno nuovi ostacoli. Non ho toccato il tasto parcheggi. Nardella ieri ha annunciato l’inizio dei lavori per il tratto della tranvia che dovrebbe arrivare proprio al parcheggio del Centro Sportivo Viola. Non ha detto quanti anni ci vorranno, c’è da costruire anche un ponte sull’Arno, ma con il proverbiale inutile ottimismo, a parole, il sindaco fa sembrare tutto facile. Quasi già fatto. Tutto il mondo di Nardella è una promessa fragile. Parlare e apparire sorridendo. Concretamente però, non si potrebbero cominciare i lavori proprio dal parcheggio al servizio di una struttura che c’è già? Per andare incontro ai tifosi e alla Fiorentina, per evitare il caos attuale?

Ma di questo non si parla…

Verso l'Atalanta

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Intanto la squadra tornerà ad allenarsi domani, i nazionali stanno tornando gradatamente, giovedì per ultimi gli argentini. Contro l’Atalanta mi aspetto una crescita fisica collettiva e vorrei cominciare a rivedere gente come Dodò e scoprirne altre come Nzola. Ritrovare Ikonè sarebbe importante. Ma ne parleremo alla mezzanotte di mercoledì.

Nzola
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