La Fiorentina ha i numeri più interessanti in questa edizione del torneo. Il West Ham sembra invece una macchina infallibile per concretezza e compattezza. Chi la spunterà?
"Per vedere un’opera d’arte bisogna fare un passo indietro", prendiamo in prestito questa citazione simpsoniana che pare calzare a pennello alla super sfida che attende Fiorentina e West Ham. Perché sembra esserci un disegno estremamente romantico nel percorso che ha portato le due formazioni a sfidarsi nell'atto finale di Conference League nella partita dell'Eden Arena di Praga. C'è in palio un trofeo estremamente prestigioso, ma la gara fra Viola e hammers mette di fronte due credo tecnico-tattici completamente agli antipodi. Yin e Yang, guelfi e ghibellini, Guardiola e Simeone, giochisti e risultatisti. Da una parte una Fiorentina che fa della spregiudicatezza e della mentalità offensiva i suoi cavalli di battaglia, dall'altra un West Ham che tiene perfettamente fede al proprio soprannome, gli ironssono una vera e propria squadra di ferro. Due filosofie di pensiero che hanno ricalcato in maniera perfetta il cammino che le due squadre hanno percorso in Conference. Quella di Praga è quasi una guerra di religione e scriverà un ulteriore capitolo dell'eterna faida fra chi cerca di raggiungere i risultati attraverso il gioco o tramite un atteggiamento più abbottonato.
Mattatori
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La Fiorentina, numeri alla mano, è stata la vera dominatrice di questa edizione della Conference League. I Viola sono primi per reti segnate (36), grandi occasioni create (40) e cross precisi a partita (9.3) con un Biraghi autentico mattatore in questo particolare fondamentale: il capitano Viola ne ha recapitati addirittura 50 (!) nel torneo. La Viola è anche la seconda squadra per tiri in porta a partita (6.7) e la terza per percentuale media di possesso palla (60.8%). Numeri importanti che si riflettono anche sui singoli. Cabral è capocannoniere del torneo con 7 reti, Jovic il primo per expected goals (6.9). Biraghi guida la classifica degli assist vincenti a 6 e Bonaventura quella delle grandi opportunità create a 8. Il neo, come di fatto stiamo ripetendo da inizio stagione, è il poco cinismo che contraddistingue la squadra gigliata. I Viola hanno infatti sprecato l'impressionante numero di 25 occasioni da rete, più di tutte le altre squadre impegnate in Conference.