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Unità
—Non c'è bisogno di spronare i tifosi della Fiorentina a stare con la squadra. Le coreografie impostate per le semifinali e la finale di Coppa Italia sono da applausi, la squadra recepisce e ringrazia prima di scendere in campo e dopo il fischio finale. Il rapporto che si è venuto a creare è puro ossigeno per una formazione che ha giocato 58 partite e che ha davanti le ultime due in un calendario dai ritmi folli. In questo, sembra di rivedere il muro giallo del Borussia Dortmund, che non si è disunito nemmeno nell'ora più buia, ieri, con un titolo sfuggito dalle mani in maniera surreale, quasi come il 5 maggio per l'Inter. Vedere il video in alto per credere. Non abbiamo molti dubbi circa il fatto che, in caso di malaugurata sconfitta a Praga, la reazione dei sostenitori viola presenti sarà la stessa. Anche chi scrive, nel suo piccolo, assicura Unità alla causa e si ripromette di chiudere l'occhio critico e non commentare eventuali voci di mercato che coinvolgeranno Italiano da qui al 7 giugno.
Dovere
—Da una parte tifosi e giornalisti, dall'altra la squadra. E' diventato un dovere imparare dalla prima finale e non commettere gli stessi errori nella seconda, contro un avversario, il West Ham, individualmente ben dotato ma tecnicamente inferiore all'Inter che ieri ha carbonizzato l'Atalanta in tre minuti a San Siro. E' un dovere per i calciatori seguire i dettami dell'allenatore, che si prende dei rischi ma che propone un calcio propositivo, è dovere del tecnico ridurre il margine d'errore e suggellare così un percorso che, dall'Arzignano alla Fiorentina, lo ha visto sempre in crescendo. Con un trofeo in bacheca, si chiuderà il primo grande capitolo della sua ancora giovane carriera.
Destino
—E' destino che la Fiorentina torni ad alzare un trofeo oppure no? E soprattutto, esiste il destino? Per come si è srotolato il cammino europeo viola, più volte associato alla risalita verso l'Eden di Dante, attraverso l'Inferno di Enschede e la montagna del Purgatorio nella quale è scavato lo stadio di Braga, sembra proprio di sì, ma non c'è una prova del 9. Sarebbe bellissimo immaginare una rivincita di Jovic, in lacrime dopo Roma per quel colpo di testa a lato di poco nel finale, ma non ci vogliamo far troppo la bocca. Del resto quella vecchia volpe di David Moyes ha voglia di vendicare la sconfitta dell'Everton nel 2008. Qualunque esso sia, il Destino della Fiorentina si compirà presto, e il mondo viola, così come quello immaginifico creato dalla LEGO al quale abbiamo fatto riferimento, non potrà fare altro che osservare il proprio Dovere e perseguire l'Unità invocata da Italiano.
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