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Una “disgrazia” per evitare la disgrazia: è davvero Montella la soluzione ai mali viola?

Ragioniamo su questa possibilità

Federico Targetti

La Fiorentina sta piombando di nuovo nel baratro delle sue insicurezze. Un copione già scritto, già recitato, e negli ultimi mesi riportato in scena quasi come se si fosse trattato di un grande successo. E' probabile che Friedrich Nietzsche avesse in mente il biennio 2019-2020 della società gigliata quando ha parlato dell'eterno ritorno dell'uguale, del tempo ciclico che si ripete rimanendo sempre se stesso... E quindi, dopo la conferma di Montella e i disastri in autunno 2019, ecco Iachini, il traghettatore, che nell'estate 2020 viene confermato (come Montella) e poi combina disastri in autunno (come Montella).

Adesso, anche per ragioni prettamente economiche, si parla di una terza chiamata per Montella sulla panchina della Fiorentina, una scelta che permetterebbe di arrivare - quanto indenni? - a giugno 2021 senza ulteriori spese, per poi dare il via, finalmente, ad un progetto a lungo termine. Certo, si dovrebbe fare appello a tutta la professionalità dell'Aeroplanino, visto che qualche tempo fa il presidente Commisso ha definito la gestione Montella "una disgrazia" (VIDEO). Che poi il termine sia da intendere nel significato letterale italiano o in quello traslato dall'inglese "disgrace", "vergogna", il tecnico campano non ne esce comunque nel migliore dei modi. Quali motivazioni potrebbero sospingere il Mister e la squadra per il resto di un campionato così complicato? Basterà davvero un chiarimento via telefono con Ribery (LEGGI) dopo l'esonero per ricostruire un rapporto sano e produttivo con i giocatori? La gratuità della soluzione sembra davvero l'unico aspetto positivo, insieme al ricordo di quel triennio ormai lontano fra il 2012 e il 2015.

Tuttavia, la maggior parte delle alternative è impraticabile, sia per ragioni di tempistiche (Sarri e Spalletti sono ancora vincolati), sia perché allenatori di medio profilo (Mazzarri, D'Aversa, lo stesso Paulo Sousa) non accetterebbero di fare banalmente da traghettatori, e anzi servirebbe almeno un anno e mezzo di contratto. Se è vero che non si vogliono impegnare le casse della società oltre giugno 2021, rimane Cesare Prandelli, che avrebbe dato la disponibilità a fermarsi a fine stagione, e che a questo punto, per questioni di affetto, di riconoscenza, di competenza e di pragmaticità, sarebbe forse la scelta più logica. Serve l'aiuto di chi vuole bene alla Fiorentina. Anche Iachini le vuole bene, ma è chiaro che ormai non è più in grado di aiutarla. Di disgrazie, a Firenze, ne sono capitate già troppe.

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