Un mondo perfetto
—Un mondo perfetto come il Viola Park (e chi l’ha visto non farà fatica a confermare), sarà anche una spinta per fare sempre meglio, per replicarla a tutti i livelli questa perfezione, dai bambini più piccoli, meno di otto anni, che abbiamo visto sfilare orgogliosi, alla prima squadra. Il senso di appartenza sarà una straordinaria energia aggiuntiva.
Sulla serata di inaugurazione non aggiungo altro, avete visto le immagini, avete capito che questa società, quando decide di fare le cose, le sa fare in grande.
Quello che posso raccontarvi è l’emozione e la gioia, una sorta di scossa elettrica, che ha unito tutti i presenti sugli spalti. Anche coloro che a Firenze non vivono, e ce n’erano tanti, si sono sentiti fiorentini in questa serata coinvolgente al punto da stupire tutti.
Diciamo la verita: una roba del genere non se l’aspettavano. E una roba del genere ora fare crescere la percezione che nel mondo del calcio si avrà della Fiorentina, con un crescita parallela dell’autostima per tutto l’ambiente.
Le lacrime di Rocco
—E poi non posso non parlare dell’umanità contagiosa di Rocco Commisso, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti. E' un personaggio vero, fino a essere scomodo. A volte ruvido. E quelli veri, sinceramente, li preferisco ai troppi falsi, a quelli di plastica con il sorriso stampato in faccia.
Le lacrime spuntate nei suoi occhi sono lacrime vere, di uno che è partito da lontano e lontano è arrivato. Il Viola Park è vero come Rocco e l’altra sera la storia della Fiorentina ha incontrato il futuro.
E’ un nuovo inizio che non sappiamo dove porterà, ma pensare che parallelamente crescerà anche la squadra Fiorentina, si alzeranno le ambizioni, può diventare una sorta di proprietà transitiva.
E la speranza è una sola, che la positività, l’energia che emanava il mondo Fiorentina l’altra sera, possano diventare una costante capace di ricompattare definitivamente e spingere anche la squadra.
L’unanimismo e il pensiero unico non mi sono mai piaciuti, li lascio ad altri, i momenti delle critiche arriveranno, le difficoltà pure, è tutto normale, ma non si può non riconoscere che in soli quattro anni e mezzo di presidenza Rocco Commisso abbia fatto un qualcosa di straordinario.
E insieme a lui, parlando solo del Viola Park, il sindaco Casini di Bagno a Ripoli, ma anche lo studio Casamonti e l’impresa Nigro con tutte le aziende e le ditte collegate, tutte le loro maestranze che hanno lavorato giorno e notte, hanno dimostrato all’Italia che questo Paese non è morto ucciso dalla burocrazia e dalla mala politica, può ancora farcela. Il Viola Park può diventare il simbolo per un nuovo Miracolo Italiano che aspettiamo da settant’anni.
Il rimpianto
—E in troppi, l’altra sera, vedendo il Viola Park hanno immediatamente pensato a quello che avrebbe potuto essere e non è stato: Firenze, l’Italia, avrebbero potuto avere anche uno stadio bellissimo. Rocco Commisso non l’ha potuto fare, non glielo hanno fatto fare.
Le colpe hanno tanti padri, gli unici fischi che hanno travolto la serata se li è presi tutti Nardella che paga scelte sbagliate (Mercafir), dichiarazioni ancora più sbagliate per ostacolare l’idea Campi (lo stadio non si farà mai fuori di confini di Firenze, parole sue) e una scelta finale (ristrutturare il Franchi) piena di dubbi, di incognite e di un pesante costo per tutti i cittadini di Firenze che dovranno restituire il settanta per cento dei 130 milioni che l‘Europa anticipa.
C’è qualcuno che insieme a Nardella brinda alla ristrutturazione del Franchi senza rendersi conto che il danno vero è stato fatto alla Fiorentina. Senza lo stadio di proprietà per i Viola non ci sarà la possibilità di entrate alternative, non si potrà alzare il fatturato, non ci saranno risorse aggiuntive da mettere sul mercato. E’ solo un’operazione di retroguardia che avrà l’unica positività nel restauro del vecchio Franchi, con bagni nuovi e la testa coperta, quando invece lo stadio nuovo l’avrebbe fatto volentieri un privato con i suoi soldi.
La gente ha capito perfettamente cosa è successo in questi anni, nonostante i trombettieri di Nardella e la falsa narrazione di troppi media. I fischi del Viola Park sono la pietra tombale di un vicenda pensata male e cresciuta peggio. Aspettiamo solo l’ultima puntata prima di scrivere la parola fine, senza neppure sapere dove giocherà la Fiorentina nei prossimi due anni.
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