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Torna la Conference e torna Nzola dal 1′. Nuovo Franchi, ci siamo: pro e contro

Torna la Conference e torna Nzola dal 1′. Nuovo Franchi, ci siamo: pro e contro - immagine 1
Un po' di sano turnover per la Fiorentina contro il Maccabi: dentro Faraoni e Parisi, ma anche Duncan, Nzola ed Ikoné rispetto a Torino
Enzo Bucchioni Editorialista 

Siamo in grande crescita”: Italiano a Budapest l’ha detto e ripetuto con sicurezza e decisione. E io di Italiano mi fido. Gli allenamenti li guida lui, con i giocatori ci parla lui e li vede tutti i giorni, il clima lo respira lui e se ha capito che la Fiorentina è pronta per i due mesi e mezzo decisivi della stagione, siamo tutti con lui. Siamo tutti contenti. E’ chiaro, però, che le sensazioni e i messaggi che arrivano (e qualcosa si è visto nella gara con la Lazio) vadano poi tradotti in calcio e in risultati e la gara contro il Maccabi può diventare una grande occasione. La Conference League è uno degli obiettivi stagionali, andare avanti, provare a tornare in finale, è un qualcosa che tiene banco negli spogliatoi, alimentare le aspettative dei tifosi diventa stimolante e battere la formazione israeliana con una bella gara può diventare carburante per l’autostima, può dare certezze da portare anche in campionato. Servono i punti, ma serve soprattutto la continuità e credo che le due cose siano strettamente collegate. Serve la vera Fiorentina, quella che fa girare velocemente il pallone da una parte all’altra del campo, quella che fa pressing alto, che si muove senza palla. Non so, sinceramente, quanto possa valere oggi il  Maccabi Haifa, soprattutto fuoricasa, è una squadra fisica, non fa giocare, ma il passato dimostra che non esistono più le squadre facili. Tutti sanno tutto di tutti, ti osservano, ti studiano e anche quelli inferiori tecnicamente, trovano risorse per metterti in difficoltà e allora, a maggior ragione, servirà la miglior versione della Viola.

Uno Nzola da tenere in caldo

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Anche per non complicare la gara di ritorno in mezzo a impegni importanti in campionato. Mi aspetto il sano turn over dei bei tempi dopo una inedita ed eccezionale riconferma di una formazione dopo 141 diverse. Non è stata una grande idea. E allora si riparte con il dosaggio delle forze, ma anche in base alle caratteristiche dell’avversario. Arthur è rimasto a casa e la botta presa alla caviglia a freddo a Torino da Linetty, dopo pochi secondi, non punita con il giallo come avrebbe dovuto essere, ha lasciato il segno. Anche Quarta non è ancora al top e si punta decisamente a riaverlo domenica. Con loro anche Kouamé che ha smaltito la malaria, ma deve rispettare la burocrazia. E pure Castrovilli non in lista Conference. Dunque? In porta Terracciano è facile, Christensen è ancora ko. Sulla destra l’esperto Faraoni potrebbe far rifiatare Kayode. Dodò c’è, ma il recupero agonistico sarà a piccoli passi. In mezzo Milenkovic e Ranieri non hanno alternative, il giovane Comuzzo può sperare in qualche minuto a seconda di come andrà la gara. A sinistra mi aspetto Parisi, altrimenti diventa un caso. E se in mezzo tornassero Duncan e Mandragora senza Maxime Lopez un po’ leggerino? Davanti Nico, Beltran e Ikonè con Nzola centravanti. Qualcuno sorriderà, ma l’ex Spezia va tenuto caldo e Belotti che a Roma non giocava mai, ha fatto tanto minutaggio in poche gare. Poi, naturalmente, Italiano ci sorprenderà, ma questo è un altro discorso.


Il nuovo Franchi e l'aiuto del governo

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Nel frattempo, udite udite, sono tornati i 55 milioni per le periferie degradate girati sullo stadio Franchi, che l’Europa aveva tagliato. Il Governo, diciamolo per correttezza e onestà, ha dato una mano a Nardella e a Firenze. Con lo spostamento di fine lavori al 2028 e questi altri fondi, Nardella può centrare il suo obiettivo e lo stadio sarà rifatto a modino, copertura compresa. Ora va rifatto il cronoprogramma dei lavori, ma in un mese è cambiato il mondo, ora la Fiorentina potrà continuare a giocare a Firenze e al Franchi anche durante i lavori. Resto della mia idea, per me sarebbe stato meglio fare lo stadio in periferia e con i soldi dei privati, ma oggi che dopo tante battute a vuoto puntualmente segnalate, Firenze avrà comunque uno stadio nuovo, andare contro i mulini a vento non è logico. Ora vigiliamo perché tutto sia fatto al meglio, che i tempi siano rispettati, anche per la Fiorentina che perde pubblico e incassi al botteghino. Quelli che scrivono e dicono di un trionfo anche per la Fiorentina però, consentite la franchezza, non hanno capito niente. Eppure parlano da anni. Lo stadio, nel calcio moderno, deve essere di proprietà per portare risorse con annessi e connessi, da musei a centri commerciali e alberghi, non è il caso del Franchi. Porterà civiltà, un ambiente adeguato per tutti, soprattutto per i tifosi e questo è bello, ma non risorse. La Fiorentina alla fine non incasserà un euro in più e dovrà invece pagare un canone di affitto molto più alto. Su questo e di questo si discuterà ancora e si dovrà trovare un’intesa.

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