La classifica rende giustizia ad un inizio di stagione importante... e lunedì arriva l'Empoli
—L' importante è recuperare i nazionali perché sono fondamentali. Non dobbiamo porci obiettivi a lungo termine perché non avrebbe senso. Abbiamo una partita molto importante lunedì, che nasconde molto insidie dopo le due settimane di sosta e l’entusiasmo post Napoli. Nelle settimane seguenti ci aspetta un tour de force che ci vedrà occupati su diversi fronti. Misurerà vostre ambizioni? In questi tre anni col mister si è sempre avuto la percezione di avere una squadra che può giocarsela con tutti. Adesso è importante recuperare punti in Conference perché ci aspettano partite da dentro e fuori in un girone molto complicato, di più dello scorso anno. Il livello si è alzato anche in questa competizione e quindi dobbiamo affrontare gli impegni dando il massimo, senza sottovalutare nessuno.
Facciamo un passo indietro, come avete digerito le due finali perse le scorsa stagione?
—E' stata un’estate complicata. Due finali perse ti lasciano il segno dentro. Per fortuna siamo ripartiti, così da concentrarsi sulla nuova stagione. Il ricordo fa ancora male, ma deve essere uno stimolo in più per affrontare la stagione e provare a raggiungere qualcosa d'importante.
Terracciano viene da tanti anni di gavetta, con stagioni giocate anche nelle serie minori...
—Fa sorridere quando si pensa che giocare in categorie inferiori ti tolga qualcosa. Per me è un valore aggiunto, mi ha formato sia a livello umano che calcistico. Sono fiero del percorso che ho fatto, nulla mi è stato regalato. Sono contento di aver realizzato degli obiettivi impensabili per alcuni fino a poco tempo fa, ma non per me. Io un esempio? Penso di esserlo più per gli atteggiamenti e l’attitudine che metto in campo durante gli allenamenti perché non lascio nulla al caso e cerco di dare sempre il massimo. Da quel punto di vista penso di poter dare qualcosa anche ai ragazzi che si allenano con noi.
Ormai è da tanti anni che si trova qua a Firenze, sta pensando di chiudere in maglia viola la sua carriera?
—Firenze è il posto in cui sono stato più a lungo e in cui mi sono trovato meglio. I miei figli sono cresciuti qua… Non vedo motivi adesso per cui dovrei allontanarmi da questa città. Poi il calcio è imprevedibile, ma io non ci penso. Sto bene e se dovessi finire la carriera qua sarei felicissimo. E’ un onore giocare a Firenze, ci starei volentieri fino alla fine.
Negli anni passati, riesce ad individuare un momento che le ha cambiato la carriera?
—Non penso che ci sia solo un momento in particolare. Tutto va conquistato col tempo. Ho sempre lavorato nello stesso modo di adesso e quello che ti conquisti devi essere bravo a non disperderlo.

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