Come se quella rete e quell'assist fossero una specie di punto di arrivo, e non (come dovrebbe essere) un punto di partenza. Difficile, così, pensare o sperare che ci possa essere un salto in alto. Dura, se questo è l'atteggiamento augurarsi che, come ha chiesto lo stesso Italiano domenica pomeriggio, “la Fiorentina trovi finalmente continuità”. Sia chiaro: questo discorso vale per Sottil, ma non soltanto. E' un problema generale, e che non vale soltanto per il calcio. Viviamo in un mondo nel quale qualsiasi critica viene vissuta come “lesa maestà”, e dove ad ogni voce “contraria” corrisponde reazione violenta.
La stessa Fiorentina, oggettivamente, non è che abbia educato i suoi giocatori ad una cultura diversa. Anzi. Basta un'analisi di qualche errore fatto, per essere accusati di remare contro. Basta una notizia magari non particolarmente gradita, per essere aggrediti e tacciati di “diffondere fake news col solo intento di destabilizzare l'ambiente”. Senza pensare che voler bene a qualcuno, e in questo caso ad un club, significa (anche) fargli notare gli errori. O si pensa che i “veri amici” siano quelli che dicono che “va sempre tutto bene”?
Il discorso insomma è molto ampio, e non è questa la sede per analizzarlo in tutte le sue infinite motivazioni e sfaccettature. Su questa pagina ci limitiamo a segnalare che, se davvero si vuol crescere e trovare quella famosa continuità, sarebbe meglio lasciar perdere rivincite (verso chi?) e rivendicazioni. Pedalare o, come dice Italiano, “continuare a battere”. E' quella, la strada.
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