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La macchina è diesel ma non Ferrari. Da Quarta a folle, ora 3 marce dal mercato

La macchina è diesel ma non Ferrari. Da Quarta a folle, ora 3 marce dal mercato - immagine 1
Avviciniamo la nostra lente di ingrandimento dopo il pareggio contro la Puskas Akademia, che ha messo a nudo i difetti e i pregi della macchina incompleta di Raffaele Palladino
Federico Targetti
Federico Targetti Caporedattore 

Aspettiamo. Come ha detto il direttore generale Ferrari (nomen omen), così conviene fare. Le regole per adesso sono queste, mancano otto giorni e in questi otto giorni aspetteremo che le migliorie di cui ha bisogno la macchina metaforicamente disegnata da Raffaele Palladino in sede di conferenza stampa di vigilia vengano apportate. Certo, avremmo aspettato un pochino più tranquilli con una vittoria 3-2 che non con un pareggio 3-3, ma sempre meglio del parziale negativo che stava venendo fuori fino all'inizio della ripresa in vista del ritorno a Felcsut, in Ungheria.

Mica male questa Puskas Akademia, per quel che ci si poteva attendere: approccio aggressivo, tanta corsa, tanta voglia di scrivere la storia. Poi i magiari sono calati alla distanza, la Fiorentina partita come un diesel (leggasi: male) ha messo la Quarta, che non è solo il nome di una delle realtà più solide di questa formazione, ma anche la marcia inserita con l'ingresso di Kean al posto di un evanescente Beltran e Dodo al posto di un Kayode decisamente in giornata no. Non è bastato, è arrivato il pareggio, quasi a simboleggiare uno scellerato inserimento della folle invece di una marcia inferiore, per rallentare e portare a casa il risultato.


E ora mercato, mercato, mercato

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Era stato sufficiente fino ai maledetti minuti finali mettere la quarta nella serata del Franchi, una marcia che però per il livello della Serie A è praticamente da crociera. Serve sicuramente un centrocampista, uno che faccia aumentare i giri del motore anche stando fermo. Un elemento che dia del tu al pallone, che lo faccia viaggiare, preferibilmente in verticale verso gli attaccanti: in questo senso non sappiamo se Arthur sia la scelta giusta. E poi l'altra marcia la porta un difensore, componente che Palladino ha già chiamato a gran voce dopo Parma. Con tutto che i meccanismi dietro non sono ancora oliati, anche qui serve aspettare e tenere duro.

Infine, l'intervista post match a Sky ci ha dato la conferma del fatto che un rinforzo sulla fascia sia assolutamente nella lista della spesa. Kostic? A noi risulta che sì, il profilo è graditissimo. Cosa comporti l'arrivo eventuale del serbo, sarà materia per un prossimo approfondimento, ma a vedere le prestazioni altalenanti di tutti gli interpreti un Kostic in salute pare proprio un'aggiunta necessaria. E amen se servirà per sbloccare l'affare Nico.

Capitolo attaccanti: importantissimo il gol di Kean, rimandato Beltran che ha l'attenuante di essere arrivato tardi. L'impressione è che il reparto, in ogni caso, sia "leggerino", sia fisicamente sia quanto a gol in canna, anche con un Moise in ripresa. E allora le marce, gli acquisti che mancano potrebbero essere anche quattro. Kouamé e Ikoné si possono tenere ma, con tutta la simpatia del mondo verso questi ragazzi sempre sorridenti e positivi, si devono ignorare. Se Gonzalez andrà via, serve un altro giocatore offensivo, Berardi, Ngonge o chi per loro. Otto giorni, e poi ci esprimeremo. Magari già dopo il Monza, la squadra della città dove le macchine corrono veloci e dove Palladino sfrecciava sereno. Sì, ma "sereno" lì voleva dire a metà classifica...

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