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Il doppio flop della panchina e il monito di Pradè: siamo pronti ad andare oltre?
Prima di parlare noi, facciamo parlare le statistiche che Sofascore ci ha messo in grafica in tempo record:
Lo vedete bene: parliamo di una partita, quella tra Fiorentina e Betis, giocata sostanzialmente sugli episodi. Un filo meglio loro, nel complesso, e possiamo dire che se guardiamo all'andata la qualificazione degli spagnoli è nel complesso meritata. Ci troviamo d'accordo con la valutazione ex post di Palladino: il calcio è uno sport di duelli, e se in una semifinale europea ti distrai per un secondo rischi di pagarla. E' successo a Pongracic, è successo anche a Parisi sette giorni fa. E in entrambi i casi è stato quella faina di Abdessamad Ezzalzouli, che giustamente si faceva chiamare Ez Abde qualche tempo fa, ad approfittarne.
La Fiorentina, come spesso è successo nei momenti di difficoltà, è andata oltre con alcune individualità: Ranieri a Siviglia, Gosens stasera, mettiamo un monumentale De Gea in entrambe le serate. Ma questa volta anche dall'altra parte c'è stata la doppia zampata del campione, quell'Antony che, proprio come Kean, è rinato dopo un periodo buio in una squadra top e adesso fa gola a tutti sul mercato. Chissà che ne sarà di lui al Manchester United, chissà se il Betis riuscirà a sovvertire il pronostico che vede il Chelsea vincitore della Conference ancora prima dell'inizio del torneo. La differenza, duole ammetterlo, l'hanno fatta i cambi.
"Mi aspettavo di più da chi è entrato, soprattutto da qualcuno". Torneremo presto su Violanews su queste parole di Raffaele Palladino in conferenza stampa, ma prima di tutto bisogna puntualizzare che i cambi li decide l'allenatore. E se da una parte abbiamo Richardson (che ha rischiato di regalare la finale al Betis ben prima dei supplementari), Beltran, Parisi, Colpani e Zaniolo, dall'altra ecco Ruibal ed Ezzalzouli, che hanno confezionato con l'aiuto del solito Antony la prima finale europea della storia dei verdiblancos. Pellegrini ne sa una più del Diavolo e Palladino ha solo 41 anni, ma tant'è. La scelta della Fiorentina di confermare l'allenatore, ora più che mai, può attirare critiche. Noi di VN il nostro commento lo abbiamo già pubblicato e manteniamo la linea: è una scelta di programmazione, da società seria. Tanto più che basteranno due punti su nove nelle ultime tre partite per migliorare il totale dell'anno scorso in classifica; ma nessuno pensi che l'attivazione dell'opzione fino al 2027 da parte della Fiorentina sia un bomba libera tutti per Palladino e i suoi, perché Pradè è stato chiaro: "Siamo obbligati a fare 9 punti in campionato".
Perché? Perché dopo tre anni di Europa, rimanere senza giocare il giovedì (avevamo anche accarezzato l'idea di farlo anche il martedì e il mercoledì a un certo punto) potrebbe essere un duro colpo. Non per forza una tragedia: l'Atalanta è rimasta fuori dalle coppe europee per una stagione, quando la Fiorentina del primo Italiano l'ha estromessa nel 2021/22, eppure è riuscita a sfruttare l'assenza delle coppe per un ritorno prontissimo l'anno successivo, preludio alla festa dell'Europa League 2023/24. Che sia questo che ha visto la società viola nel futuro di Palladino? Difficile dirlo adesso. Quel che è certo è che il doppio flop della panchina, quello che si è materializzato nel concreto con i cambi poco incisivi e quello che rischia di materializzarsi idealmente senza qualificazione europea con la rosa più forte dell'era Commisso, farà ancora male per un po'. Chiediamoci, chiedetevi: pronti ad andare oltre? La Fiorentina, come ha dimostrato, lo è già da un paio di giorni.
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