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“Barricate e poi culo”: preferivate perdere? Noi no. O forse ha ragione Palladino?

Raffaele Palladino
Adesso c'è solo da sfruttare l'onda lunga di questa vittoria. Perché esacerbare ciò che è andato meno peggio delle altre volte?
Federico Targetti
Federico Targetti Caporedattore 

E concedeteci anche un'espressione non proprio finesse nel titolo, che siamo su di giri. Dunque, cosa dire? Abbiamo letto gran parte dei commenti e siamo un po' interdetti. Sono più quelli che si lamentano del fatto che la Lazio ha dominato il secondo tempo e che la Fiorentina non ha fatto altro che difendere il vantaggio di quelli che festeggiano la vittoria. C'è un problema.

Non siamo ciechi eh, lo abbiamo visto che la squadra di Palladino, dopo 17 minuti deluxe, ha cominciato a schiacciarsi, e una volta che Gudmundsson ha preso il palo con quella rovesciata da applausi (magari... gli sarebbe servito così tanto che entrasse quel pallone) è finita la partita offensiva dei viola. Lo sappiamo. Ma visto che sono sei partite che ripetiamo le stesse cose - paura, gioco così così, errori, scelte tecniche e tattiche che non capiamo - per una volta che si vince perché non essere felici?


Si può essere felici e consapevoli di non essere usciti dalla crisi al tempo stesso: non è una scelta. E certo non si esce da un periodo come quello che abbiamo passato in una settimana, schioccando le dita. Salviamo bene nella memoria ciò che di (molto) buono è arrivato stasera, non solo i gol e le occasioni della prima mezz'ora, ma anche la capacità di soffrire nel momento in cui la Lazio ha attaccato con tutto quello che aveva. S'è avuto culo? Tantissimo. Ma non è colpa di Palladino, non è colpa dei giocatori e non è colpa nostra. La Fiorentina ha vinto gente, sveglia. La Fiorentina è a tre punti dal quarto posto e ha una partita da recuperare. La perderemo? Contro l'Inter è più che probabile, ma va giocata (ecco quando, molto probabilmente).

Lo sanno tutti che così non è sufficiente alla lunga, non importa puntualizzarlo. O almeno, la nostra opinione è questa. Ora come ora, serve aggrapparsi a qualcosa che dal 15 dicembre a questa parte non avevamo più visto: qualche minimo segnale positivo da parte di un gruppo che aveva perso la magia. Aiutiamoli a ricostruirla a partire da stasera. E dimostriamo a Palladino che si sbagliava: se la Fiorentina perde, nessuno nella Firenze del pallone gode.

Ranieri

 

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