Voglio trovare un senso a questa storia. Anche se questa storia un senso non ce l'ha.

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Sfatiamo un mito: i giocatori viola sono abituati ai bassifondi. Pure troppo
Vasco Rossi non parlava di Fiorentina, ma il concetto è quello. Quando non trovi un senso, una spiegazione logica, puoi anche rifugiarti in luoghi comuni. Uno dei più inflazionati è: "Questi giocatori non sono abituati a lottare per la salvezza". Ma è davvero così? Spulciando carriere e curriculum, la risposta è no. Certo, c'è chi come De Gea o Dzeko, ha sempre frequentato palcoscenici di alto livello. Ed è innegabile partire con aspettative diverse e poi risettarsi non sia banale, questo sì. Ma non parliamo certo di un gruppo(se questa parola ha ancora un senso là dentro) abituato da sempre ai salotti buoni e adesso catapultato, per la prima volta, in un quartiere povero.
Un palmares da 15 retrocessioni
—Sentite un po': oltre la metà dei giocatori della Fiorentina hanno vissuto retrocessioni in carriera. In totale ben 14/15 a seconda se vogliamo contare per Pablo Marì quella del Monza 2024/25 (lui se ne andò però a gennaio). Quelli più "esperti" sono Nicolussi Caviglia, che le ha collezionate con il Perugia nel 19/20 (dalla B alla C) e poi con il Venezia lo scorso anno e Mattia Viti, ormai tristemente abbonato alle discese (Sassuolo ed Empoli nelle ultime due stagioni). Nell'ultimo Empoli c'erano anche Fazzini e, da gennaio in poi, Kouamè.
Abituati... a retrocedere
—Al conto possiamo aggiungere le retrocessioni vissute da Sohm (Parma 20/21), Mandragora (Crotone 17/18), Piccoli e Gudmundsson (Genoa 21/22, con arrivo per entrambi a gennaio), Sabiri (Samp 22/23), Ranieri (Foggia 18/19 dalla B alla C), Lezzerini (Venezia 21/22) e il giovane Kean nel Verona 2017/18. Parliamo di più di metà della rosa viola che, dunque, ha già vissuto stagioni difficili, potremmo aggiungere i tanti esempi di salvezze inseguite e conquistate. Per esempio capitan Ranieri faceva parte della Salernitata del miracolo targato Nicola-Sabatini. Idem Sohm, Parisi, Pongracic. Insomma, tra tutti i problemi - tantissimi - che ci sono nella Fiorentina, intesa come squadra, la disabitudine a certe latitudini sembra essere l'ultimo.
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