I due allenatori hanno obiettivi diversi, ma in questo inizio di stagione stanno facendo i conti con delle difficoltà per certi versi analoghe. Entrambi hanno bisogno che, oggi, qualcuno prenda per mano la squadra in campo
Ci perdonerà il maestro Franco Battiato, se mai ci leggesse da lassù, se osiamo accostare uno dei suoi capolavori a Udinese-Fiorentina di oggi, ma anche lui, da giovane, era un terzino di categoria, e dunque diciamolo pure: Andrea Sottil e Vincenzo Italiano, allenatori delle due squadre che si affrontano oggi in casa dei friulani, sono in cerca di un centro di gravità permanente. I due attaccanti, Lucca e Nzola, non riescono per il momento ad incidere, e fanno sentire la mancanza di Beto e Cabral, volati nelle fila di Everton e Benfica per 30 e 25 milioni di euro. Due attaccanti più che discreti, ma certo non due fenomeni, al di là delle simpatie che i tifosi possono provare.
La rosa dell'Udinese è da tempo un caleidoscopio di nazionalità e colori, a dispetto del bianconero sulle maglie (a proposito, oggi fa il suo esordio la terza maglia dei locali), ma al momento la squadra di Sottil manca di leader. Via Becao in difesa, via il già citato Beto, non avrebbe dovuto esserci nemmeno Pereyra che però è stato ripreso dopo lo svincolo a giugno a causa delle condizioni precarie di Deulofeu, che non rientrerà ancora per un po'. Si attende il definitivo salto di qualità di Bijol, Samardzic e Lovric. Alla Fiorentina invece i giocatori di personalità non mancano (il rientrante Bonaventura su tutti), ma ci sono obiettivi più ambiziosi e quindi anche i viola sono alla ricerca del giusto equilibrio, della formula che permetta di arrivare finalmente a quella vittoria che la scorsa stagione è sfuggita per un pelo. Oggi manca Nico Gonzalez, il più in palla fino a questo momento e apertamente riconosciuto anche dal tecnico come il migliore, dunque la chiamata vale per tutti e ventidue, più i cinque sostituti per parte, in campo: è la giornata giusta per prendere per mano la propria squadra. Come cantava Bonnie Tyler, ma come potrebbero gridare i due allenatori di oggi: