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Rocco non vuole la Champions? Non scherziamo. Contro l’Inter col 3-5-2

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Rinforzare una squadra di calcio durante la finestra del mercato invernale è davvero difficile, quasi impossibile: i giocatori forti a gennaio non si muovono
Enzo Bucchioni Editorialista 

Incredibile ma vero. Quando Brekalo aveva già salutato i compagni della Fiorentina e si stava avviando all’aeroporto per raggiungere Zagabria e la Dinamo, sua nuova-vecchia squadra, è arrivato un contrordine: blocca tutto. Succede anche questo nel mercato di gennaio e quando ripetiamo che ci sono difficoltà enormi, che è estremamente difficile portare a casa giocatori veri e funzionali, ecco l’ultima dimostrazione. Dopo l’accordo di martedì scorso, prestito secco per circa cinquecentomila euro, la Dinamo non ha mandato alla Fiorentina i documenti necessari per perfezionare il trasferimento. Le motivazioni? Hanno deciso di cambiare allenatore, hanno altre priorità. E il nuovo allenatore vorrà ancora Brekalo o no? Già. Voi penserete chissenefrega e invece no, l’uscita di Brekalo era strettamente legata all’arrivo di Brian Rodriguez. Esce uno, entra un altro. E così, eccoci qui nell’empasse assoluto. I messicani aspettano, la Fiorentina cerca di trovare una soluzione alternativa per Brekalo prima di chiudere questa operazione. Ma aspetta anche Ruben Vargas, altro esterno molto vicino alla Fiorentina. Come finirà? Non lo sappiamo, dalle informazioni e dalle telefonate che ho fatto, resta comunque la sensazione netta che la Fiorentina stia lavorando sott’acqua per un colpo a sorpresa. Magari un nome mai uscito. C’è silenzio e attesa nel club viola con la consapevolezza che qualcosa comunque vada fatto. E si farà. E’ chiaro da sempre come il mercato di gennaio sia il più complesso. Nessuno vuole prendere delle sole e le occasioni sono rare. Ho già spiegato come Ngonge sia stato pagato dal Napoli tre volte il suo prezzo reale, fissato da Transfermarkt, tanto per fare un esempio.

Rinforzarsi a gennaio? Quasi impossibile

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La Fiorentina, inoltre, ha anche l’obbligo di non turbare uno spogliatoio unito, una squadra che ha dato molto di più del suo valore, che rema tutta in una direzione e certi equilibri sono fragili. Non si può immettere superficialmente, ad esempio, uno come il Gallo Belotti che guadagna quattro milioni netti. Una cifra che in Fiorentina non prende nessuno. Come la prenderebbero gli altri? Si continuerebbe ad avere la stessa coesione? O si rischia di perdere qualcuno o qualcosa per strada? Dubbi. Interrogativi. Vedete quanto è difficile. Comunque resto convinto che arriverà un rinforzo, forse più di uno, in grado di dare una mano per provare a mantenere il quarto posto. Fanno sorridere i Soliti Noti e quelli contro a prescindere, quando dicono che Rocco non vuole la Champions. Ma pensano davvero che un imprenditore come Commisso non sappia che dalla Champions arrivano più di cinquanta milioni, che sarebbe la svolta per il club viola e che bisogna fare di tutto per centrare l’obiettivo? Il problema è che a gennaio i giocatori buoni non li vende nessuno. Ho già detto e ridetto che, sempre ad esempio e per dirne uno, il Sassuolo non vende Berardi a nessuno e per nessuna cifra. Deve salvarsi. Il mercato di gennaio è questo, è quasi impossibile trovare giocatori “pronti subito”, neppure Vlahovic due anni fa, nell’immediato, ha fatto fare il salto alla Juve nonostante gli ottanta milioni spesi. E allora? Non resta che aspettare gli incastri giusti. Magari oggi la Dinamo manda i documenti per Brekalo e parte il giro giusto. Oppure si trova un’altra soluzione. Come per Nzola, se lui non parte non può arrivare un altro attaccante.


Verso l'Inter: il possibile undici

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E’ un puzzle e ha fatto bene Joe Barone a ribadire a quelli che pensavano di prendere Ikoné in svendita, che il francese è comunque un valore nonostante i problemi palesati. C’è una settimana di tempo per chiudere qualche operazione, per dare a Italiano e alla squadra quell’iniezione di energia che aspetta dopo aver speso molto. Vargas o Rodriguez? Vedremo. Ma potrebbe spuntare anche un altro nome. Nel frattempo il recupero di Sottil e di Nico, ma in prospettiva anche di Dodò e Castrovilli che si allenano in gruppo, ci fanno dire che il momento più difficile sta per essere superato. E’ chiaro che tutti e quattro questi giocatori avranno bisogno di un periodo più o meno lungo per tornare in forma, ma intanto ci sono. Non è poco. Cosa farà Italiano domenica contro l’Inter? Dieci giorni di lavoro e di recupero dopo la negativa partita con il Napoli speriamo siano serviti a ritrovare l’energia perduta. E le motivazioni. L’Inter darà grandi stimoli, c’è pure, volendo, da vendicare l’umiliante 4-0 dell’andata. I nerazzurri mancheranno di Calhanoglu e Barella, il meglio del centrocampo, ma questo non deve illudere nessuno. Cosa farà Italiano? C’è nell’aria il 3-5-2? Vedremo. Sicuramente l’assenza di Biraghi rilancerà Parisi. E con Brekalo in queste condizioni e situazione, pensare al 4-2-3-1 o al 4-3-3 senza esterni, sembra improbabile. A meno che Italiano non voglia rilanciare Sottil dall’inizio o addirittura Nico. Assai improbabile. E allora Terracciano in porta, Quarta, Milenkovic e Ranieri in difesa, Faraoni o Kayode da una parte e Parisi dall’altra, ci può stare. A centrocampo Bonaventura, Arthur e Mandragora. Davanti Beltran e Nzola. Forse.

Il Padovani? Un'altra spesa accessoria

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In attesa continua il teatrino dello stadio da restaurare o meno, entrato pesantemente nella campagna elettorale. Pierguidi, il presidente del quartiere due, ha addirittura esposto il plastico nella sede del quartiere stesso. Il collezionista di plastici una volta era Nardella, ora c’è concorrenza interna. Lo sa il dinamico Pierguidi che non porta bene? E non credo porti neppure voti da un quartiere come Campo di Marte che non vorrebbe né il caos per lo stadio, né quello per la tramvia. A proposito del fare politica, ci sorprende anche la discesa in campo del Presidente regionale del Coni che mi perdonerà, non ricordo come si chiama, perché fino ad oggi era rimasto nell’anonimato assoluto. Improvvisamente parla tutti i giorni sponsorizzando a spada tratta il restauro del Padovani, promettendo anche interventi economici qualora fossero necessari. Ma lo sa il presidente che lo stadio del rugby per il mondo del rugby va già bene così, nessuno ha mai chiesto nulla, e i dieci milioni stanziati dal comune sono solo un’altra spesa accessoria, quindi inutile, per il Franchi? Dieci milioni che dovrebbero invece andare a palestre, campi, palazzetti e strutture per lo sport nelle scuole e per i giovani. Il Coni dovrebbe preoccuparsi di quello e non di aiutare un sindaco politicamente nei guai a togliere le castagne dal famoso fuoco. Poi dicono che Barone fa politica… Caso mai il rapporto è sempre impari. Comunque fate quello che volete, ma fermate tutto. Ridiscutete tutto, fate giocare la Fiorentina in casa, cercate con il governo di salvare i 150 milioni, investiteli come volete, fate un restauro conservativo del Franchi e fate fare lo stadio ai privati. Non c’è altra strada. Se parte questa operazione senza la necessaria copertura finanziaria, oltre ai danni per il Popolo Viola e la Fiorentina, Firenze dovrà fare i conti con il Franchi per i prossimi dieci anni e non se lo può permettere né economicamente, né socialmente.

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