Verso l'Inter: il possibile undici
—E’ un puzzle e ha fatto bene Joe Barone a ribadire a quelli che pensavano di prendere Ikoné in svendita, che il francese è comunque un valore nonostante i problemi palesati. C’è una settimana di tempo per chiudere qualche operazione, per dare a Italiano e alla squadra quell’iniezione di energia che aspetta dopo aver speso molto. Vargas o Rodriguez? Vedremo. Ma potrebbe spuntare anche un altro nome. Nel frattempo il recupero di Sottil e di Nico, ma in prospettiva anche di Dodò e Castrovilli che si allenano in gruppo, ci fanno dire che il momento più difficile sta per essere superato. E’ chiaro che tutti e quattro questi giocatori avranno bisogno di un periodo più o meno lungo per tornare in forma, ma intanto ci sono. Non è poco. Cosa farà Italiano domenica contro l’Inter? Dieci giorni di lavoro e di recupero dopo la negativa partita con il Napoli speriamo siano serviti a ritrovare l’energia perduta. E le motivazioni. L’Inter darà grandi stimoli, c’è pure, volendo, da vendicare l’umiliante 4-0 dell’andata. I nerazzurri mancheranno di Calhanoglu e Barella, il meglio del centrocampo, ma questo non deve illudere nessuno. Cosa farà Italiano? C’è nell’aria il 3-5-2? Vedremo. Sicuramente l’assenza di Biraghi rilancerà Parisi. E con Brekalo in queste condizioni e situazione, pensare al 4-2-3-1 o al 4-3-3 senza esterni, sembra improbabile. A meno che Italiano non voglia rilanciare Sottil dall’inizio o addirittura Nico. Assai improbabile. E allora Terracciano in porta, Quarta, Milenkovic e Ranieri in difesa, Faraoni o Kayode da una parte e Parisi dall’altra, ci può stare. A centrocampo Bonaventura, Arthur e Mandragora. Davanti Beltran e Nzola. Forse.
Il Padovani? Un'altra spesa accessoria
—In attesa continua il teatrino dello stadio da restaurare o meno, entrato pesantemente nella campagna elettorale. Pierguidi, il presidente del quartiere due, ha addirittura esposto il plastico nella sede del quartiere stesso. Il collezionista di plastici una volta era Nardella, ora c’è concorrenza interna. Lo sa il dinamico Pierguidi che non porta bene? E non credo porti neppure voti da un quartiere come Campo di Marte che non vorrebbe né il caos per lo stadio, né quello per la tramvia. A proposito del fare politica, ci sorprende anche la discesa in campo del Presidente regionale del Coni che mi perdonerà, non ricordo come si chiama, perché fino ad oggi era rimasto nell’anonimato assoluto. Improvvisamente parla tutti i giorni sponsorizzando a spada tratta il restauro del Padovani, promettendo anche interventi economici qualora fossero necessari. Ma lo sa il presidente che lo stadio del rugby per il mondo del rugby va già bene così, nessuno ha mai chiesto nulla, e i dieci milioni stanziati dal comune sono solo un’altra spesa accessoria, quindi inutile, per il Franchi? Dieci milioni che dovrebbero invece andare a palestre, campi, palazzetti e strutture per lo sport nelle scuole e per i giovani. Il Coni dovrebbe preoccuparsi di quello e non di aiutare un sindaco politicamente nei guai a togliere le castagne dal famoso fuoco. Poi dicono che Barone fa politica… Caso mai il rapporto è sempre impari. Comunque fate quello che volete, ma fermate tutto. Ridiscutete tutto, fate giocare la Fiorentina in casa, cercate con il governo di salvare i 150 milioni, investiteli come volete, fate un restauro conservativo del Franchi e fate fare lo stadio ai privati. Non c’è altra strada. Se parte questa operazione senza la necessaria copertura finanziaria, oltre ai danni per il Popolo Viola e la Fiorentina, Firenze dovrà fare i conti con il Franchi per i prossimi dieci anni e non se lo può permettere né economicamente, né socialmente.
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