Un anno dopo la Fiorentina vede il trofeo sfumare per un errore difensivo, eppure l'atteggiamento è stato diverso. I nodi vengono al pettine
Sul dizionario della Treccani alla parola dejà-vu si legge: "Fenomeno psichico consistente nella sensazione errata di aver già visto una data cosa". Ecco ai tifosi della Fiorentina il gol di El Kaabi ha tristemente ricordato la corsa verso la porta di Bowen. Un anno dopo l'amarezza è ancora più grande, ma con un paradosso. Lo scorso anno fu Ranieri, vittima di crampi a lasciare il campo, e Igor, entrato da poco a combinare l'errore. In questo caso è stato l'ex Salernitana a subentrare e perdersi il centravanti marocchino.
Cambia l'atteggiamento, ma non il risultato
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In molti, nei mesi successivi alla sconfitta di Praga, avevano individuato il gol preso da Bowen come il solito errore delle difese alte di Italiano. Una squadra non può permettersi di difendere così a pochi minuti dalla fine, con l'apice rinvenuto nell'errore di Igor. Questa volta invece si è verificato il contrario. La Fiorentina, rinunciando alla sua mentalità aggressiva ha giocato gran parte della gara in modo attento, per non dire timoroso. Con Milenkovic e Quarta spesso più bassi del solito come posizionamento. Eppure non cambia la sostanza, rete subita a pochi minuti dalla fine per una disattenzione di un singolo. Aldilà di come la si pensi su Italiano la sensazione è che i limiti della rosa ancora una volta lo abbiano tradito. Nei suoi 3 anni nessun difensore è mai stato costante, lo stesso Ranieri nel girone di ritorno è stato lontano parente di quello visto nelle prime 20 partite. Il tutto assume connotati quasi grotteschi, se si pensa che per sotituire il brasiliano, e rinforzare un reparto altalenante, sia stato scelto Yerry Mina, che nell'Everton aveva ormai perso il posto. Ceduto a gennaio per far spazio (poco), a Comuzzo.