La questione allenatore
—Prendiamo la questione allenatore: se un tecnico come Italiano pensa di prendere in considerazione eventuali proposte da club come Bologna o in seconda battuta Torino, qualche domanda sarà giusto porsela. O no? Significa, tanto per esser chiari, che vede in quelle società idee e progetti evidentemente più ambiziosi (o concreti) rispetto a quello che gli è stato proposto (sempre che ce ne sia uno) da queste parti. E poi i nomi dell'eventuale sostituto: Sarri non è mai stato preso in considerazione, Palladino avrebbe manifestato dei dubbi, Gilardino sembra essere improvvisamente sparito. Resta Aquilani e, sia chiaro, nessuno ha niente contro di lui. Anzi. E' indubbio però che quella soluzione venga interpretata da molti come un passo indietro o, comunque, come la dimostrazione di non aver l'ambizione per salire un gradino in più. Giusto? Teoricamente no. Niente infatti vieta che si possa costruire una bella Fiorentina anche con Alberto in panchina. L'importante però, trattandosi di un allenatore che sarebbe alla prima esperienza in serie A, sarebbe accompagnarlo con parole chiare su quelli che sono i piani: si vuol ripartire dai giovani? Benissimo, basta dirlo. Si è convinti che anche con lui si possa proseguire nel percorso di crescita iniziato con Italiano e che si possa provare a conquistare un'Europa più importante della Conference? Legittimo, ma va detto chiaramente e, soprattutto, mettere sul piatto fatti (e scelte di mercato) conseguenti.
La ricostruzione
—Tutto questo, senza contare che ci sarà da ricostruire quasi interamente la squadra. Quarta, Arthur, Bonaventura, Duncan, Belotti, Kouame. Sono solo alcuni dei giocatori che per motivi contrattuali sono come minimo in bilico. E Nico, Kayode, Beltran? Si può comprare anche senza sacrificarne almeno uno di loro o ci sarà necessità di autofinanziarsi? Domandare, si sa, è lecito, e rispondere è cortesia. In questo caso però, sarebbe bene considerarlo un “obbligo”. Parlare senza nascondersi, cercando di coinvolgere e convincere la tifoseria. Il pericolo sennò, è che quei segnali di cui parlavamo prima diventino certezze e sarebbe davvero un enorme peccato.
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