Quando si lavora in un ambiente ostile o sicuramente non ben predisposto, tutto diventa più difficile. E se la sfida può essere un buon carburante, alla lunga può diventare un freno o un condizionamento. Italiano in questi anni ha fatto crescere la squadra, ma anche la società, attorno a un progetto di calcio moderno e spettacolare che ha avuto difficoltà, ma che comunque ha funzionato. I numeri sono tutti a favore dell’allenatore, comprese le due finali, ma come per tutti gli innovatori o i rivoluzionari, anche per il tecnico viola, almeno a Firenze, è difficile essere compresi. Senza scomodare la storia…
E’ chiaro a tutti, anche alla società, che per trattenere Italiano servirebbe un grande rilancio, una squadra profondamente rinnovata per alzare il livello delle ambizioni. Ma anche volendo, servirebbe soprattutto un finale di stagione di alto livello. Pensate solo a quello che succede oggi, alle critiche pesanti e immotivate pur con tutti gli obiettivi ancora possibili. Se dovesse andar male come potrebbe Italiano restare ancora? Sarebbe dura e frustrante andare controcorrente, non converrebbe a nessuno, nè alla società imporre una scelta, nè all’allenatore andare ancora contro tutti. Mentre gran parte del mondo del calcio tricolore (e non solo) lo corteggia e gli offre la panchina.
Per questo, come vi ho scritto spesso prevedendo il finale di questa storia, i Calcioti rimpiangeranno Italiano quando lo vedranno fare gran calcio da qualche altra parte. Chi fa seriamente e in silenzio il suo lavoro, chi non ama essere un istrione, chi non allena i giornalisti, nel calcio e nel mondo di oggi fa fatica. So che Italiano se ne frega, che ama il suo gruppo di lavoro, è soddisfatto di quello che gli ha dato la squadra, ma in un terreno fertile si semina meglio. E’ banale, ma reale. E a Firenze il terreno è diventato arido…
Il dibattito è aperto, spero naturalmente che Italiano vinca qualcosa, che Rocco gli faccia una grande squadra, che possa rimanere in gloria, ma ho l’impressione di aprire il libro dei segni. E poi verrà anche il toto-nomi per il sostituto.
Le dimissioni di Sarri hanno dato ancora più fiato ai contestatori di Italiano che sperano così di portare in viola l’uomo di Figline. Non discuto l’allenatore, è bravo, ha vinto, ma il fare certe scelte impone valutazioni profonde che vanno oltre l’emotività e il presunto senso di appartenenza di uno che abita a Figline. Sarri andava preso quando ha lasciato l’Empoli, troppo tempo e troppe storie sono passate. E poi, sono sicuro, gli stessi che oggi lo invocano sarebbero i primi a contestarlo quando dovessero accorgersi che i Profeti in Patria fanno sempre fatica. In particolare a Firenze.
Tornando alla gara di questa sera, è stata controllata, senza grandi sforzi, come si doveva. Il gruppo cresce, Barak segna e c’è, Mandragora incisivo, s’è rivisto Dodò, Belotti cerca il gol e lavora come un matto, Nico sta bene. Tutto ok. Dispiace solo per il gol preso nel finale per sufficienza e scelte sbagliate, con papera di Terracciano inclusa. E’ in queste cose che la Fiorentina non riesce proprio a crescere. Il brivido finale che spesso diventa dramma… Questa sera per fortuna non è stato così, ma si fa fatica a comprendere il ripetersi di questi errori.
In attesa del sorteggio di domani, aspettando l’Atalanta, mi sembra comunque che la Fiorentina arrivi nel periodo decisivo con tutti gli effettivi, un buon stato di forma e tre obiettivi ancora alla portata. Non è da tutti, ma vallo a spiegare.
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