Tempismo e idee chiare
—Il passaggio insomma, è uno di quelli da maneggiare con cura. Servono tempismo e (più che altro) idee chiare. Una, su tutte: quella relativa all'allenatore. Per sceglierlo però, dalla proprietà deve arrivare l'input sulla politica che si vuol seguire: si vuole ripartire da zero, puntando sui giovani? Oppure si ha voglia di vincere e, quindi, si cercherà di costruire una Fiorentina “buona subito”, senza preoccuparsi troppo della prospettiva? E ancora: si vuol sfruttare il patrimonio che lascerà Italiano (mentalità offensiva, qualità, coraggio, ricerca del gioco) o si preferisce puntare su un calcio più pragmatico? Montagne di dubbi che andranno chiariti presto. Se possibile, subito.
Le due partite
—Presente (e quindi voglia di chiudere alla grande in campionato e tentativo di vincere un trofeo) e futuro. Due “partite” da giocare in parallelo, senza trascurare né l'una né l'altra. Per Daniele Pradè e Nicholas Burdisso insomma la sfida è di quelle toste e, per poterla affrontare al meglio, hanno bisogno che da Rocco Commisso arrivino il prima possibile le linee guida da seguire. In questo caso la (ri)partenza dopo i tre anni di Italiano potrebbe essere tutto sommato gestibile. Altrimenti, il risveglio dopo annate nelle quali il tecnico ha spesso nascosto difetti ed errori commessi da altri, potrebbe essere parecchio traumatico.
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