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Perché Caprini è la pedina giusta per completare l’attacco della Fiorentina

Maat Daniel Caprini
"Crediamo nel nostro settore giovanile e siamo felici di aggregare un giovane alla prima squadra", l'investitura di Palladino
Stefano Fantoni Redattore 

"Abbiamo giocatori duttili che possono giocare da prima punta. Da ora in poi, inoltre, aggregheremo Caprini, che può fare la prima punta ma anche l'esterno. Crediamo nel nostro settore giovanile e siamo felici di aggregare un giovane alla prima squadra". Ha risposto così oggi, Raffaele Palladino, alla domanda se fosse preoccupato o meno dall'assenza di un vero e proprio vice Kean nella rosa della Fiorentina.

Parola d'ordine: duttilità

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Sarà dunque l'attaccante classe 2006 a completare un reparto che ha visto le conferme di Kean, Gudmundsson, Beltran e Colpani, le partenze di Ikone, Kouame e Sottil, l'arrivo di Zaniolo. Nessun colpo last minute (Rafa Mir), che magari avrebbe massimizzato (?) l'entusiasmo dei tifosi, ma avrebbe avuto poco senso sotto molteplici aspetti.


In primis, quello tattico. La Fiorentina sta alternando moduli diversi che però prevedono la presenza di un centravanti, di una seconda punta e di due esterni. Tutti ruoli che possono essere ricoperti da Caprini. In Primavera la sua zona preferita è quella di attaccante esterno sinistro, ma lo si è visto anche da prima o seconda punta.

Il Rafa Mir della situazione avrebbe avuto un solo utilizzo, quello di numero nove. Con Caprini si insiste sulla linea della duttilità: lui, Zaniolo e Beltran, in parte anche Gudmundsson, sono tatticamente quasi sovrapponibili, un vantaggio non da poco per Palladino in ottica turnover e gestione forze. Chi ha salutato Firenze, invece, offriva meno soluzioni.

Perché proprio lui?

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Questo aspetto è quello che, proviamo a ipotizzare, ha portato Palladino a promuovere Caprini e non Rubino o Braschi. Il figlio d'arte, che a differenza del compagno ha già esordito nei prof, può essere solo l'alter ego di Gudmundsson, il centravanti - che ha giocato una manciata di gare da ala destra - invece solo un'alternativa a Kean.

Il nocciolo della questione è in quel, ripetuto, 'solo'. Caprini è più completo in quanto a compiti eseguibili e, a fronte di numeri simili in Primavera (9 reti e 5 assist Caprini, 10 reti Braschi, 9 reti e 8 assist Rubino), è preferibile nell'ottica di una pedina di completamento. Il nazionale azzurro è un 11, un 10 e anche un 9, gli altri due -almeno per ora- no.

Ma quanto giocherà?

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Qui servirebbe la sfera di cristallo, ma, battute a parte, proviamo a fare un ragionamento che abbia una parvenza logica. La Fiorentina deve giocare almeno altre diciassette partite fino al termine della stagione, dunque servirà una gestione virtuosa delle forze fisiche e mentali per non arrivare scarichi al traguardo.

Scegliendo il 4-2-3-1 o 4-4-2 come schieramento privilegiato, dalla trequarti in su una casella se la giocano Folorunsho e Colpani, le altre due Gudmundsson, Beltran e Zaniolo (ma occhio anche a Ndour). E poi c'è Kean.

Caprini di fatto è il quarto - dietro Gudmundsson, Beltran e Zaniolo - per un posto sulla trequarti, ed è il quarto - dietro Kean, Beltran e Zaniolo - nel ruolo di centravanti. Il minutaggio non sarà elevato, anzi, è altamente probabile che il suo ruolo sia quello della comparsa (intanto ha esordito contro l'Inter). Ma essere stato scelto di comune accordo da Palladino e dirigenza potrebbe fare la differenza. Quattro mesi di apprendistato e poi essere protagonista la prossima stagione, a Firenze o altrove, un po' come accaduto a un altro figlio del settore giovanile, Comuzzo.

Fattore violazzurro

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Ultimo ma non meno importante, Caprini è un giovane cresciuto in casa. In viola dall'estate 2022, tra Under 17, Under 18 e Primavera viaggia alla media di un gol abbondante ogni tre partite pur non essendo un centravanti d'area. È uno dei punti di forza della Primavera di Galloppa, che comunque potrà sostituirlo ottimamente con Bertolini e Mazzeo, ed è uno dei 2006 più interessanti del panorama italiano.

La sua promozione e il suo esordio, uniti agli altri stagionali di Harder e Rubino, significa continuare a raccogliere i frutti di quanto è stato seminato nel corso degli anni. Un settore giovanile che per decenni è stato arido ed oggi è tra i più floridi in Italia e la società non può che beneficiarne, in termini sia tecnici che economici.

Una Fiorentina in stile Athletic Bilbao è pura utopia, una Fiorentina più toscana è un'opzione affascinante ma complicata, una Fiorentina con una forte connotazione italiana è una realtà dei fatti. Caprini è solo l'ultimo violazzurr(in)o agli ordini di Palladino, un plus da non sottovalutare.

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