In primis, quello tattico. La Fiorentina sta alternando moduli diversi che però prevedono la presenza di un centravanti, di una seconda punta e di due esterni. Tutti ruoli che possono essere ricoperti da Caprini. In Primavera la sua zona preferita è quella di attaccante esterno sinistro, ma lo si è visto anche da prima o seconda punta.
Il Rafa Mir della situazione avrebbe avuto un solo utilizzo, quello di numero nove. Con Caprini si insiste sulla linea della duttilità: lui, Zaniolo e Beltran, in parte anche Gudmundsson, sono tatticamente quasi sovrapponibili, un vantaggio non da poco per Palladino in ottica turnover e gestione forze. Chi ha salutato Firenze, invece, offriva meno soluzioni.
Perché proprio lui?
—Questo aspetto è quello che, proviamo a ipotizzare, ha portato Palladino a promuovere Caprini e non Rubino o Braschi. Il figlio d'arte, che a differenza del compagno ha già esordito nei prof, può essere solo l'alter ego di Gudmundsson, il centravanti - che ha giocato una manciata di gare da ala destra - invece solo un'alternativa a Kean.
Il nocciolo della questione è in quel, ripetuto, 'solo'. Caprini è più completo in quanto a compiti eseguibili e, a fronte di numeri simili in Primavera (9 reti e 5 assist Caprini, 10 reti Braschi, 9 reti e 8 assist Rubino), è preferibile nell'ottica di una pedina di completamento. Il nazionale azzurro è un 11, un 10 e anche un 9, gli altri due -almeno per ora- no.
Ma quanto giocherà?
—Qui servirebbe la sfera di cristallo, ma, battute a parte, proviamo a fare un ragionamento che abbia una parvenza logica. La Fiorentina deve giocare almeno altre diciassette partite fino al termine della stagione, dunque servirà una gestione virtuosa delle forze fisiche e mentali per non arrivare scarichi al traguardo.
Scegliendo il 4-2-3-1 o 4-4-2 come schieramento privilegiato, dalla trequarti in su una casella se la giocano Folorunsho e Colpani, le altre due Gudmundsson, Beltran e Zaniolo (ma occhio anche a Ndour). E poi c'è Kean.
Caprini di fatto è il quarto - dietro Gudmundsson, Beltran e Zaniolo - per un posto sulla trequarti, ed è il quarto - dietro Kean, Beltran e Zaniolo - nel ruolo di centravanti. Il minutaggio non sarà elevato, anzi, è altamente probabile che il suo ruolo sia quello della comparsa (intanto ha esordito contro l'Inter). Ma essere stato scelto di comune accordo da Palladino e dirigenza potrebbe fare la differenza. Quattro mesi di apprendistato e poi essere protagonista la prossima stagione, a Firenze o altrove, un po' come accaduto a un altro figlio del settore giovanile, Comuzzo.
Fattore violazzurro
—Ultimo ma non meno importante, Caprini è un giovane cresciuto in casa. In viola dall'estate 2022, tra Under 17, Under 18 e Primavera viaggia alla media di un gol abbondante ogni tre partite pur non essendo un centravanti d'area. È uno dei punti di forza della Primavera di Galloppa, che comunque potrà sostituirlo ottimamente con Bertolini e Mazzeo, ed è uno dei 2006 più interessanti del panorama italiano.
La sua promozione e il suo esordio, uniti agli altri stagionali di Harder e Rubino, significa continuare a raccogliere i frutti di quanto è stato seminato nel corso degli anni. Un settore giovanile che per decenni è stato arido ed oggi è tra i più floridi in Italia e la società non può che beneficiarne, in termini sia tecnici che economici.
Una Fiorentina in stile Athletic Bilbao è pura utopia, una Fiorentina più toscana è un'opzione affascinante ma complicata, una Fiorentina con una forte connotazione italiana è una realtà dei fatti. Caprini è solo l'ultimo violazzurr(in)o agli ordini di Palladino, un plus da non sottovalutare.
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