Lui, dopo Ranieri. Un altro che un po' per caso si è ritrovato catapultato in una realtà che non avrebbe mai immaginato e che, prestazione dopo prestazione, partita dopo partita, ha convinto tutti. Un titolare aggiunto, capace di giocare con o al posto di Milenkovic e Quarta senza che nessuno possa mai rimpiangere l'altro. Anzi. Molto spesso quando non gioca o quando esce (e basta pensare a quanto successo nella stramaledetta finale di Praga) è la sua, di assenza, a farsi sentire. E se Sottil è l'altra pianticella ormai stabilmente nelle rotazioni di Italiano (nonostante il salto di qualità stenti ad arrivare) molto presto potrebbe venire anche il momento di Comuzzo. Centrale, o terzino destro. Si vedrà. E poi Martinelli. Dicono che la società non abbia voluto investire forte su un portiere perché convinta che, presto, sarà questo ragazzone del 2006 a prendersi la porta.
Bene ha fatto insomma Barone, prima della partita col Genk, a sottolineare il fatto che la Fiorentina si presentasse in campo con tre titolari “home-grown” ovvero, visto che siamo in Italia, cresciuti in casa. A proposito. Il futuro, da questo punto di vista, non può che essere ancora più roseo. Il Viola Park infatti sarà un acceleratore di talento. Il posto migliore, tra i migliori in Europa, dove crescere le proprie pianticelle. Del resto, per un club come la Fiorentina, non può che esser quella la strada per provare a giocarsela un po' più alla pari con chi può spendere cifre inimmaginabili per i viola. Applausi, quindi, e tanto ottimismo.
Per questo insomma, dispiace che negli ultimi giorni si sia parlato del Viola Park più per quanto successo al collega Francesco Matteini (a proposito, un grande abbraccio ed infinita solidarietà) che per la prima partita aperta al pubblico. Brutto, ma inevitabile. Perché, quanto successo, non è degno di quel meraviglioso centro sportivo. E qua forse vale la pena ricordare ai dirigenti (e in particolare a chi certe cose dovrebbe saperle) che una società di calcio non è un'azienda come tutte le altre per le quali “tutto bene, purché se ne parli”. No. Una società di calcio cresce (anche) se “vende” una bella immagine di sé, costringendo gli altri a parlarne bene. Anche chi, semmai esista davvero (ma ne dubitiamo fortemente) viva con il solo obiettivo di parlar male della Fiorentina.
Se vuoi approfondire tutte le tematiche sul mondo Fiorentina senza perdere alcun aggiornamento, rimani collegato con Violanews per scoprire tutte le news di giornata sui viola in campionato e in Europa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA