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Capitano, questa è la parola chiave. E' strano che un giovane lanciatissimo come Parisi abbia scelto di andare a giocare in una squadra in cui il suo diretto concorrente per il posto da titolare è il capitano, legato alla fascia, allo spogliatoio e alla piazza da un rapporto che va oltre il campo (dalla fascia di Astori, che a lui aveva fatto assist contro il Chievo, nell'ultima gara prima di quel 4 marzo 2018, ma anche da quella mattinata a spalare fango a Campi). Il progetto della Fiorentina su Parisi è a lunghissimo termine, ed è da lodare in questo caso la programmazione, ma il presente ci dice che l'ex Avellino non sta crescendo.
Niente drammi
—Pochi gli spunti degni del Parisi visto ad Empoli, scintillante la cavalcata che ha portato al 3-1 di Gonzalez a Napoli, dove comunque la partita era stata pareggiata per via di un suo errore in appoggio a Terracciano. E anche quando c'è da sostituire Biraghi, ecco che la marcatura su Zerbin non è perfetta e la semifinale di Supercoppa scivola via in maniera definitiva. Insomma, pare parecchio Parisi quello che è arrivato a Firenze, ma per vedere quello vero occorrerà un po' di pazienza. Nessun equivoco, il ragazzo ha grandi qualità e ha scommesso sul suo futuro alla Fiorentina, anche partendo da alternativa (come del resto sarebbe stato andando in club ancora più blasonati). Almeno il tempo di avere per sé il posto da titolare, e con esso la sicurezza che percepiva ad Empoli. Da lì in poi si potrà valutare se la scelta di vestirsi di viola sarà stata davvero azzeccata o meno.
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