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Oliveira a VN: “Punta forte? Sì ma non solo una. Atene, niente voglia di vincere”

Oliveira
Un grande attaccante del passato viola, Lulù Oliveira, ha parlato a Violanews, esprimendo la sua delusione sulla finale di Conference, e cosa serve per il futuro
Niccolò Meoni
Niccolò Meoni Redattore 

Nei giorni successivi alla finale persa di Conference sono stati tanti i temi in casa viola. Dalle motivazioni della sconfitta, al futuro della rosa e della panchina, fino ad arrivare alle dichiarazioni di Pradè. Noi abbiamo chiesto ad un ex attaccante, legato a Firenze, come Luis Oliveira cosa ne pensasse. Ecco la nostra intervista:

Buongiorno Lulù, un'altra stagione senza vittorie per la Fiorentina.Come giudica il percorso e la finale di Atene?

"Se dobbiamo guardare tutto credo che la Fiorentina abbia fatto una grande stagione. In due anni sono arrivati in finale di Coppa Italia, e due volte in quella europea. Il problema è che non hai vinto nulla, la gente, compreso io, si aspettava qualcosa diverso nell'ultima finale. Giocavi contro una squadra molto più debole, dal mio punto di vista. La Fiorentina non ha avuto quella voglia di vincere, giocare con una punta sola è troppo poco. Se avesse giocato con due punte avrebbe avuto più possibilità di vincere, che con il 4-2-3-1. Così i giocatori sono lontani dalla prima punta, che deve solo scaricare, senza mai potersi girare. Poi hanno preso quel gol, dove Barak si è fatto anticipare. Si deve analizzare tutta l'azione del gol, non puoi prendere un gol alla fine, come a Praga. Ai rigori poi poteva succedere di tutto. Anche la Fiorentina ha avuto occasioni. Alcuni dei giocatori migliori sono stati inesistenti in finale"


Proprio su questo, da quali ripartiresti?

"Ho letto che Bonaventura potrebbe andare via. Anche se con il contratto credo dipenda dalla società. Se lui, Nico non hanno altra scelta rimarranno qua. Io ho sempre detto a fianco dei giovani serve qualcuno di esperienza. Una punta forte abituata a fare gol serve, da lì puoi costruire una squadra. Bisogna cercare un sistema di gioco organizzato, senza improvvisare nulla, funzionale ai giocatori. Si può anche cambiare in una gara, ma serve la base. Alla Fiorentina manca un leader, un giocatore che a 10 minuti dalla fine dica cosa fare, valutare. La Fiorentina invece va tutta in avanti, o all'indietro. Spesso non senti l'allenatore con tutto il tifo, lì serve un difensore, un centrocampista che gestisca tutto."

Sei stato al Viola Parkin questi giorni, che impressione ti ha fatto:

"Bellissimo, la prima cosa che ho pensato è stata, toglietemi 30 anni di vita e fatemi giocare qui. Le gambe andavano da sole, vedendo tutte quelle cose belle. Dei campi perfetti, senza buche. Per uno come me cresciuto nel mondo del calcio, una cosa così ti fa venire voglia di tornare a giocare. Ai Campini ci si allenava tantissimo, e non soltanto la prima squadra. Il campo si rovinava, qui quando il prato si rovina vanno su un altro campo. Anche pensando magari un giorno di allenare un settore giovanile viola"

Claudio Ranieriha dato l'addio al calcio dopo la salvezza di Cagliari:

"Ranieri è stato sempre un grandissimo allenatore, e una grande persona. Lui mi ha voluto a Firenze, si era fatto male Baiano, e cercava una punta brava ad attaccare la profondità. Oggi gli esterni così mancano, spesso tornano indietro. Mentre se salti l'uomo apri gli spazi. Anche alla Fiorentina in pochi lo fanno, forse Sottil. Lui punta l'avversario, anche se spesso si perde, ma ha intenzioni almeno"

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