Rosenthal diceva...
—In psicologia si parla di legge dell'attrazione. E' qualcosa che a livello scientifico non si può provare, ma che permane nell'immaginario collettivo fin dai tempi degli Antichi Greci, nella forma del mito di Pigmalione, ripreso nell'omonima opera teatrale da George Bernard Shaw all'inizio del Novecento. Pigmalione, secondo alcuni mitografi del III Secolo avanti Cristo, era il re di Cipro, e si era innamorato della statua di Afrodite, la dea della bellezza; tanta era la sua passione, che arrivò a ritenerla vera, autoconvincendosene. Il poeta latino Ovidio invece narra nelle Metamorfosi di un Pigmalione scultore che prega Afrodite di donare l'umanità alla statua oggetto del proprio amore. Un po' tipo Pinocchio.
Tiriamo le fila: lo psicologo Robert Rosenthal parlava di effetto Pigmalione riferendosi allo scenario che segue.
Se gli insegnanti credono che un bambino sia meno dotato, lo tratteranno, anche inconsciamente, in modo diverso dagli altri; il bambino interiorizzerà il giudizio e si comporterà di conseguenza; si instaura così un circolo vizioso per cui il bambino tenderà a divenire nel tempo proprio come l'insegnante lo aveva immaginato. E si arriva alla legge dell'attrazione, che scaturisce proprio da questa teoria: siamo quel che pensiamo, se la persona sta emanando vibrazioni positive attrarrà a se cose positive, viceversa negative se l'energia che emette è negativa.
Nzola risente dell'effetto Pigmalione?
—Un po' sì. Certo il gioco della Fiorentina non lo aiuta. Allo Spezia lo stesso Italiano attaccava da una posizione di "piccola", molto più verticale, mentre la sua impostazione della squadra viola mortifica (ammoscia, per tornare a Lukaku) una pantera come l'angolano. Il problema è che, secondo quel che è sempre filtrato, a Firenze ce l'ha voluto lui, alla non modica cifra di 13 milioni di euro. "Se attaccasse anche la profondità sarebbe al Barcellona", ha risposto a un tifoso dietro di lui che criticava l'attaccante. Probabilmente è quello che Nzola vorrebbe tornare a fare. Poi Mbala ci mette del suo, è innegabile. Ma in questo momento, in questa stagione, ha la classica nuvoletta fantozziana sopra la sua testa, gli capita esattamente l'opposto di quel che capitava spesso a Pippo Inzaghi. L'indimenticato Emiliano Mondonico diceva di SuperPippo: "Non è innamorato del gol, è il gol che è innamorato di lui". Di Nzola invece il gol ha un po' repulsione, ma lo stesso Lukaku insegna che sono momenti. Per quanto ne sa chi scrive, può benissimo arrivare un nuovo allenatore l'anno prossimo e ripristinare il fiuto di Nzola versione Spezia. Il calcio è pieno di storie del genere. E chissà, magari Italiano troverà il modo di far segnare grappoli di gol al suo prossimo attaccante. Che di sicuro non sarà lo stesso.
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