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L'imbucata

Grazie Vincenzo, forza Raffaele. Sarebbe tutto molto semplice. Eppure…

Magrini palladino
Domenica sarà Italiano contro Palladino, passato della Fiorentina contro presente
Matteo Magrini

Ci sono storie, vicende, rapporti e dinamiche che vanno oltre la logica e, alla fine, non vale nemmeno la pena provare a spiegarsele. Eppure, quello che è successo e (soprattutto) quello che sta succedendo tra Vincenzo Italiano e una parte dei tifosi della Fiorentina meriterebbe un trattato di psicologia applicata alla sociologia. Se qualche professore o esperto in tali materie ha voglia insomma, potrebbe essere interessante vedere cosa ne verrebbe fuori. Di certo, non stiamo parlando di qualcosa che abbia un senso.

Basta ripensare a quanto successo soltanto una settimana fa, con (almeno) mezza città impegnata prima a gufare il Bologna e poi a esultare per il 2-2 della Juventus. Una roba oggettivamente folle. E sia chiaro, qua nessuno vuole imporre una visione o un'opinione. Si parlasse solo di valutazioni e giudizi di natura tecnica (magari poggiandosi su fatti e numeri concreti e non su preconcetti) non ci sarebbe nulla da dire. Del resto il calcio è bello perché è vario e ogni punto di vista (se espresso civilmente) ha diritto di cittadinanza. Di sicuro, per quanto mi riguarda, il lavoro fatto da Italiano a Firenze resta non positivo. Di più. Capisco però che mettersi lì, e fare lo sforzo di cercare che cosa stiano facendo i giocatori con cui lui ha raggiunto finali e spesso lottato per posti nell'Europa che conta, sia particolarmente faticoso.


Provateci, però. Terracciano che fa? Kayode (perché Dodò per sei mesi lo scorso anno è stato fermo) come e quanto gioca? E Biraghi, e Parisi? E vogliamo parlare di Duncan, Mandragora, Arthur, Bonaventura, Kouame, Nzola, Jovic, Belotti e compagnia cantante? Meglio fermarsi qua, per amor di patria. L'eccezione è Milenkovic (che sta facendo una super stagione in Premier e sarebbe titolarissimo anche in questa Fiorentina) mentre Nico sta facendo (peggio e meno) quello che faceva in viola: qualche bella partita, alternata a lunghi o lunghissimi stop per infortunio. C'è stato solo uno spezzone di stagione nel quale Italiano ha avuto una squadra davvero competitiva: i primi sei mesi della sua prima annata e guarda caso, fino alla cessione di Vlahovic, si parlava di una Fiorentina in lotta per la Champions e capace (a detta di moltissimi) di giocare il calcio più bello d'Italia.

Ciò significa che l'ex mister non abbia commesso errori? Assolutamente no. Ne ha fatti, e lo sa lui stesso. Questo significa esserne (che concetti insopportabili) vedove? Nemmeno. Anzi. Ne è convinto il diretto interessato, e noi pure: la storia era finita ed è stato meglio per tutti dirsi addio. E così veniamo al presente, e ad un concetto al quale tengo particolarmente. Avere una certa (alta) considerazione di Italiano e del lavoro fatto nei suoi tre anni in viola infatti, non significa non aver stima per Raffaele Palladino. Dovrebbe essere ovvio, ma per qualcuno pare non esserlo. Come se uno dovesse stare con uno, o con l'altro. Come se fosse impossibile conservare un bel ricordo del passato e, allo stesso tempo, godersi il presente.

Arrivati al giorno del primo incrocio tra ex, quindi, credo che tutto almeno personalmente si possa riassumere con un paio di considerazioni molto semplici. La prima: grazie di tutto a Vincenzo Italiano, avversario della Fiorentina (oggi) ma mai nemico. La seconda: viva Palladino, e viva la sua squadra che sta facendo sognare traguardi che parevano inimmaginabili. Se poi, per una volta, fosse possibile vivere in pace, e senza dover per forza avere qualcuno da mettere nel mirino, sarebbe tutto molto più bello. Ma questa, temo, è una battaglia già ampiamente persa.

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