L'intervista

Nicolato a VN: “Come Kean ne ho visti pochi. Lui e Zaniolo, che coppia”

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In previsione dell'arrivo a Firenze di Kean, e chissà se di Zaniolo, abbiamo fatto due chiacchere con chi li conosce bene. L'ex ct degli azzurrini Paolo Nicolato
Niccolò Meoni
Niccolò Meoni Redattore 

Il calciomercato è da sempre divisivo per le tifoserie, ma a Firenze l'arrivo di Moise Kean ha scatenato un grande dibattito. Oltre a lui Daniele Pradè sta trattando anche Nicolò Zaniolo, i due sono molto amici fin dai tempi dell'Under 21. Noi abbiamo intervistato chi quella selezione azzurra l'ha allenata, ovvero Paolo Nicolato attuale Ct della Lettonia.

Nicolato, lei che ha visto da vicino due giocatori come Kean e Zaniolo, dopo diversi anni li reputa cresciuti o cambiati?

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"Non sono in grado ovviamente di rispondere. Però per quanto mi riguarda con loro ho avuto un'esperienza importante, Zaniolo l'ho fatto esordire quando era all'Entella. Moise invece ha fatto tutta la trafile delle nazionali fin da piccolo. Loro due hanno contribuito nel mio percorso, siamo stati vice-campioni d'Europa. In under 20 non li ho avuto perchè hanno bruciato le tappe subito in under 21. A me hanno dato molto, sono dei ragazzi di talento. In questi anni hanno affrontato delle esperienze, di loro ho bei ricordi e li conservo"


Come li vede invece in coppia sul campo?

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"Sono due giocatori molto diversi. Zaniolo io lu utilizzavo come trequarti o mezz'ala, per me deve stare nel mezzo al campo. Ha forza, tempi di inserimento, vede la porta, è un giocatore di gamba, buone qualità tecniche e talento. Kean ha un'esplosività muscolare come ne ho visti pochi in carriera, predilige spazi, di ripartenza e non di manovra. Un attaccante che quando ha spazi è molto pericoloso, Zaniolo sa servire la palla giusta e insieme hanno fatto sempre molto bene"

Dalle sue parole si evince che reputa Kean una punta, è così?

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"Per me lo è, chiaro che è un attaccante con certe caratteristiche. Anche a me è capitato di usarlo sull'esterno, in qualche frangente, ma molto dipende anche qual'è la squadra avversaria. Può fare l'ala ma in modo diverso da uno come Sottil per esempio. Lui è sicuramente più attaccante, di ripartenza, di attacco allo spazio. Ha un motore che in pochi hanno"

A proposito di Sottil, che ha avuto, che tipo di giocatore è diventato, e con lui anche Ranieri?

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"Ranieri è cresciuto tantissimo, fece il mondiale under 20 con me e fu una sorpresa. Giocò da protagonista nella difesa a 3, che secondo me è il ruolo a lui congeniale. Tatticamente è sveglio e ha aggiunto quell'aggressività che l'esperienza gli ha portato. I ragazzi intelligenti come lui generalmente crescono. Sottil ha tanto talento, è un'ala classica da piede invertito. Ha un grosso cambio di passo, mentre Moise ha più l'allungo. Sa trattare la palla bene e anche lui giocò il mondiale con me"

Lei come Palladino è un allenatore dalle idee fluide, senza un modulo fisso. Le piace come allenatore?

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"Palladino è uno dei pochi allenatori che non conosco personalmente avendo iniziato da poco. Se devo giudicare da quello che ho visto a Monza lo vedo molto in linea con quelle che sono le richieste del calcio di adesso. Capacità di lavorare sugli avversari, capire come attaccare gli avversari, creare le superiorità numeriche. Lui lavora sui compiti dei giocatori, sui principi e non sui moduli. Ha un gioco molto europeo, io ho apprezzato molto il lavoro che ha fatto e condivido il suo calcio. Si sta allineando alle tendenze del calcio di oggi, in uno sport dove cambia tutto rapidamente"

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