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Milenkovic, un Europeo per dimenticare le difficoltà. Ma che fare con lui?

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Milenkovic e la sua Serbia vogliono scrivere la storia del proprio paese. Ma dopo la Germania c'è il ritorno a Firenze, con tante domande
Niccolò Meoni
Niccolò Meoni Redattore 

Per la Serbia questo non è un Europeo come gli altri, è un evento storico. Infatti post disgregazione della Jugoslavia la nazionale aveva partecipato ad una sola edizione degli Europei, nel 2000, quando però anche il Montenegro era accorpato. Per Milenkovic e compagni sarà una grande responsabilità, a partire da oggi contro l'Inghilterra. Per il centrale viola però sarà anche una grande occasione per "dimenticare" un'annata nel complesso negativa. La squadra è piena di talento, ma spesso i serbi hanno dimostrato di mancare in unione e coesione

Il ritorno a Firenze, fra dubbi e speranze

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Dopo la rassegna tedesca, e un po' di vacanza, Milenkovic tornerà a Firenze. Dove si appresta a vivere l'ennesimo ritiro in maglia viola. In tanti però si stanno facendo delle domande su di lui, cosa farne? Davvero è il calciatore che merita lo stipendio più alto della rosa (3 milioni l'anno). I suoi 7 anni a Firenze sono stati un'altalena, un inizio folgorante, con grandi premesse e big europee su di lui, come Atletico e United. Poi l'assestamento su buoni livelli, e l'arrivo di Italiano. Con il tecnico il feeling a livello umano è stato ottimo, tanto che grazie a lui Milenkovic è rimasto a Firenze. Ma nel triennio non è mai riuscito a fare lo step decisivo, e anzi, nell'ultima stagione è sembrato involuto, incapace di migliorare le proprie mancanze.


Adesso c'è Palladino, e di conseguenza un cambio di sistema. L'attenzione del popolo viola si è concentrata sul numero 9, ma uno dei compiti principali di Palladino sarà proprio capire cosa fare col serbo, e nel caso riuscire a fargli fare il passettino decisivo. A Monza è riuscito a recuperare Pablo Marì, fallimentare nell'esperienza all'Arsenal, e sufficente a Udine, e a tirare fuori il potenziale di Carboni. Entrambi molto diversi da Milenkovic, ma ritrovarlo come vero leader della difesa sarebbe un grande inizio. Ma tutto questo dopo l'avventura con la sua Serbia, e lotte con numeri 9 del calibro di Harry Kane

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