Milenkovic è stato il migliore contro l'Olympiacos. Da troppe partite non lo vedevamo così concentrato. Avrebbe meritato un epilogo diverso. Lui ad Atene c'era, gli altri leader no
Se la meritava, la coppa. Per il suo percorso in maglia viola (destinato, molto probabilmente, a concludersi in estate), ma - soprattutto - per la prestazione fornita contro l’Olympiacos. Sì, perché non c’è dubbio che Milenkovic sia stato uno dei migliori, se non il migliore, della Fiorentina nella finale di Atene (noi lo abbiamo premiato con un bel 7 in pagella).
La stagione del serbo è stata deludente, inutile girarci intorno, ma contro i greci è tornato quello dei vecchi tempi. Preciso, ordinato, sempre concentrato (“ingrediente”, questo, mancato troppo spesso quest’anno), imperioso sulle palle alte, il suo pezzo forte. Da tante partite non vedevamo un Milenkovic così. El Kaabi, di fatto, è stato annichilito dal difensore gigliato. Il marocchino non ha brillato, il problema - ahi noi - è che ha inciso a quattro minuti dalla fine del secondo tempo supplementare. In marcatura, però, non c’era Nikola, ma Ranieri, decisivo in negativo come Igor un anno fa contro il West Ham.