Cosa manca
—Stando alle indicazioni di Palladino o alle dinamiche che si stanno delineando, alla Fiorentina attuale (parliamo del teorico undici titolare) mancano ancora un portiere e, visto che Nico Gonzalez è destinato all’addio, un altro uomo offensivo. Per non parlare di tutto il resto: un centrale che completi il pacchetto difensivo, le situazioni di Amrabat, Ikonè, Brekalo e Kouame e, di conseguenza, l’eventuale acquisto di quelli che dovranno arrivare al loro posto. Inutile girarci tanto attorno: non si è mai vista, e non esiste guardando la serie A attuale, una situazione del genere. Soltanto la Juve, forse, è destinata a cambiare ancora parecchio, ma certo Thiago Motta non ha gli stessi problemi di Palladino.
Un scelta forzata?
—Uno che, per forza di cose, sarebbe costretto a partir forte. Un po’ perché arriva subito un appuntamento da dentro o fuori e un po’ perché il clima attorno alla Fiorentina (e non certo per colpa sua) è a dir poco instabile. Basta poco insomma, perché si faccia bollente quanto la temperatura di questi giorni. Per questo, chi ha contribuito a far si che fiducia ed entusiasmo scemassero, avrebbe dovuto far molto di più per aiutarlo. E invece no. La società ha scelto (o è stata costretta a farlo) di agire con calma e pazienza e ora il mister si ritrova in una condizione per nulla invidiabile. Sia chiaro. Ciò non significa aver già bocciato il mercato. Sarebbe imprudente, ma soprattutto sbagliato. È giusto e scontato aspettare la fine e chissà. Magari, tirando una riga, si vedrà davvero una Fiorentina potenzialmente più forte di quella degli ultimi anni.
Calma e gesso
—Per quello, non resta che aspettare. Sabato 17 però, al 90’ di Parma-Fiorentina, cerchiamo di tenere a bada la pancia e di tenere ben acceso il cervello. Tradotto: teniamo ben presente in che condizioni ha dovuto lavorare il nuovo allenatore. Senza centrocampo, senza il suo miglior giocatore (e probabilmente senza averlo mai), con un impianto di gioco da rivoluzionare, senza aver il cuore della squadra a disposizione e consapevole che, se tutto andrà come deve andare, a settembre dovrà ripartire praticamente da zero. Per questo, almeno per quanto mi riguarda, per qualche settimana Raffaele Palladino godrà di una specie di “immunità”.
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