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Niente da fare
—Invece no. Chi parlava di mercato di gennaio privo di coraggio e visione è stato accusato di malafede, di essere prevenuto o, addirittura, di volere il male di squadra e società. Inutile, oggi, star lì a domandarsi il perché di certe scelte. Meglio pensare al prossimo futuro augurandosi che la lezione sia stata imparata. Meglio sperare che come chiesto dalla Curva, e da altri prima di Lei, nel giro di pochissimi giorni si parli finalmente con chiarezza, accettando tutte le domande e senza tirarsi indietro davanti a chi cerca di capire che tipo di programma si ha in mente. E perché no, magari, mettendosi una volta tanto davanti ad un tavolo (e a dei microfoni) per discutere di calcio. Una parola troppo spesso (quasi sempre) rimasta totalmente al di fuori di qualsiasi discorso venisse fatto.
Sarebbe un bellissimo segnale e, soprattutto, sarebbe il modo migliore (per quanto mi riguarda l'unico) per provare a ripartire dopo la legnata di Atene. In caso contrario invece, e chissà se qualcuno avrà voglia di tener presente queste righe o le parole di chi aveva avvertito di cosa stesse arrivando, quelle fiammelle di cui parlavamo all'inizio non potranno che diventare un incendio difficilissimo da contenere. Serve qualche secchiata d'acqua, adesso, non folate di vento che alimentino il fuoco. Di sicuro, in chi ha voglia di confrontarsi e non di scontrarsi, la Fiorentina troverebbe una mano tesa. Se poi si decidesse di voltarsi dall'altra parte, o addirittura di metterla di nuovo sullo scontro, allora vorrebbe dire (auto)condannarsi ad un clima a quel punto si irrespirabile e dannoso per tutti. Nessuno escluso.
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