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L’eterno ritorno dell’uguale, il dubbio amletico: perché Berardi è un tormentone

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Ogni estate la stessa storia: interessa Berardi, il Sassuolo spara alto, la Fiorentina non si piega al giochino: proviamo a capire per quale motivo il preferito di Italiano continua a non arrivare

Secondo il grande filosofo tedesco Friedrich Nietszche, le vicende del mondo sono destinate a continuare a ripetersi eternamente e identicamente. E' l'eterno ritorno dell'uguale, uno dei punti cardine della teoria nietszchana, che si può tranquillamente applicare al ciclico e costantemente infruttuoso interesse della Fiorentina per Domenico Berardi, bandiera e leader tecnico e carismatico del Sassuolo. L'ala calabrese, campione d'Europa con l'Italia nel 2021, veste la maglia neroverde da ormai 13 anni, con solo un piccolo passaggio prima nelle giovanili del Sassuolo, e tra un treno mancato e una dimostrazione di riconoscenza alla società emiliana, si affaccia sulla soglia dei 29 anni. Davanti a sé, forse l'ultima occasione di aprire una nuova parentesi nella sua carriera.

I no di Berardi, quelli del Sassuolo

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Ci sono stati in passato momenti in cui Berardi poteva davvero lasciare il Mapei Stadium e giocare nell'Europa che conta, dopo qualche fugace apparizione nell'Europa League 2016-2017, ma non si è sentito pronto, e quando magari lo era le richieste del Sassuolo erano eccessive. C'erano Napoli e Milan, il destino non ha voluto. Nell'estate del 2021, invece, c'è stata la concreta possibilità di un inserimento da parte della Fiorentina, che l'esterno ha sempre gradito per le ambizioni e la proposta di gioco, ma l'offerta, parola dell'ad Carnevali, non è stata neanche presa in considerazione. Oggi è la Lazio la squadra che più spinge per assicurare a Sarri un esterno da Champions, palcoscenico che i viola invece non possono garantire. Eppure, per adesso non se ne fa nulla, ci sono prospettive di offerta solo inserendo nell'affare un profilo come quello di Sottil.


Il dubbio

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Anche Lotito, evidentemente, è combattuto come Commisso e Barone, presi tra Italiano che chiede da un paio d'anni l'acquisto del numero 10 di Dionisi, e dalla logica del mercato, che imporrebbe di investire su giocatori che poi sarà possibile rivendere a un prezzo maggiore. Tecnica e risultati subito e in campo o economia e risultati nel lungo periodo e sul bilancio? Non siamo forse ai livelli dell'essere o non essere che tormentava Amleto in Danimarca, ma la ciclicità con cui si ripropone questo dubbio lo rende un tormentone e, per quante notizie e aggiornamenti possano arrivare, chi deve fare un passo avanti è la Fiorentina, che come sappiamo ha occhi anche su una manciata di altri mancini come Lukebakio, Orsolini e Ngonge, più inquadrabili, specie il primo e il terzo, nel discorso plusvalenze che proprio due anni fa ha favorito l'arrivo di Nico Gonzalez al posto di Sergio Oliveira. Allora la scelta ha pagato, questa volta? Non resta che seguire il corso dei (ciclici) eventi.

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