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L’esperto a VN: “Christensen tra i pali un gatto. Deve migliorare in una cosa”

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L'intervista in esclusiva al giornalista ed esperto di Bundesliga Giorgio Dusi sull'interesse della Fiorentina per Oliver Christensen e molti altri temi del mondo viola

Giorgio Dusi, giornalista di Tuttosport ed esperto di Bundesliga, è stato intervistato ai nostri microfoni su diversi temi, ma trattando ovviamente quello più caldo riguardante Oliver Christensen, destinato a vestire la maglia della Fiorentina nei prossimi giorni. Di seguito le sue parole:

Christensen alla Fiorentina. È lui l'acquisto giusto per fare il salto di qualità tanto richiesto da Italiano in porta?

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"Diciamo che non ti garantisce un salto di qualità immediato. Nel senso, basta anche guardare la storia recente: resta comunque un giocatore che arriva dal campionato danese, che ha fatto il primo anno all'Hertha Berlino non giocando mai, se non nelle due partite di spareggio contro l'Amburgo in cui è stato protagonista, e si è poi guadagnato la maglia da titolare per quella che è stata l'ultima stagione. Anche se c'è da dire che è stata un'annata inguardabile, non sua, ma della squadra. Hanno subito tipo 70 gol, ma se non ci fosse stato lui ne avrebbero presi anche 100. Quindi diciamo che la Fiorentina prende un portiere che ha delle ottime potenzialità e margini di miglioramento. Ancora una sicurezza non la è, come poteva essere un Musso".


Quindi il discorso di scavalcare nelle gerarchie Terracciano è ancora lontano...

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"Non riesco a fare un paragone perfetto per quanto riguarda i due portieri, però quello che posso dire è che sicuramente non lo vedo come un portiere che arriva e si prende la maglia da titolare in pianta stabile. È un portiere su cui si fa un ragionamento anche in prospettiva futura, soprattutto nella futura rivendita, perché prenderlo a 5/6 milioni è veramente poco per un giocatore che poi puoi rivendere tranquillamente al triplo. Non ti garantisce una plusvalenza sicura, ma sarà molto probabile farla".

E con i piedi come se la cava? Visto il grande coinvolgimento di Italiano nel gioco dal basso dei portieri.

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"Non è straordinario, ma nemmeno pessimo. Si piazza un po' nella media. Sicuramente arrivada una squadra che il gioco dal basso lo sfruttava poco. Probabilmente non è stato un fattore troppo allenato negli ultimi anni. Mi dispiace dirlo, ma veramente lo scorso anno il portiere dell'Hertha doveva solo parare e lui tra i pali ha fatto vedere veramente tante cose interessanti. L'atletismo e l'acrobatica i suoi punti forti. Lui è un portiere alto, ma non grosso. È molto slanciato. Per la sua altezza è un portiere molto agile, ha uno stile di parata molto spettacolare, esce anche in maniera diversa. È uno molto reattivo e bravo tra i pali".

Rimanendo sul tema Hertha Berlino, un mesetto fa i viola erano interessati anche a Lukebakio. Poteva essere un giusto rinforzo per la fascia?

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"È stato accostato a tante squadre in giro per l'Europa e anche in Italia, ma al 7 agosto è ancora lì. Non so quale sia il motivo. È un giocatore che ha caratteristiche molto chiare e ben definite, ovvero un esterno destro da 4-3-3 che rientra sul sinistro. Similitudini con Ikoné? Ci può stare il paragone, anche se il giocatore viola mi sembra più un giocatore di velocità, invece Lukebakio è sì veloce, ma anche più fisico. Ha un bel sinistro e arrivo molto facilmente dentro l'area, infatti lo scorso anno ha fatto una caterva di gol. L'unico aspetto che lascia pensare è il suo stile di gioco molto individuale, quindi non so se in squadre come Lazio e Fiorentina, che si muovono in sinergia, possa essere adatto. Forse è anche questo un limite che sta bloccando la sua cessione".

Italiano quest'anno ha l'intenzione di credere molto in Brekalo. Potrà tornare a fare la differenza come fece a Torino?

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"Al Wolfsburg lui se l'è giocata male. Loro lo scorso anno erano una squadra che aveva moltissimi esterni offensivi, trequartisti e attaccanti. Lui di fatto in sei mesi era partito anche bene in Coppa di Germania, ma poi è restato nel traffico dopo il no al Torino. Anche questa cosa non ha agevolato i rapporti con la squadra tedesca. Ma questa è un po' la storia della sua carriera, con tanti punti alti e anche tanti bassi. È tutta una questione di fiducia, lui è un giocatore che deve giocare tanto. Se lo metti 15' ogni tanto non ti darà mai delle garanzie".

Anche in attacco la Fiorentina si sta muovendo tanto: da Beltran del River a Nzola dello Spezia, ma è rispuntato anche il nome di Zapata. Gasperini lo lascerebbe partire anche dopo l'addio di Hojlund?

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"Partiamo dal presupposto che Zapata ha un contratto in scadenza nel 2024, quindi potrebbe essere il suo ultimo anno. Gasperini un mesetto fa ha detto chiaramente che voleva recuperare i due colombiani. Sul centravanti il problema è che non sta dando delle garanzie fisiche. È vero che se n'è andato via Hojlund, ma è anche vero che oggi dovrebbe essere ufficializzato Scamacca ed è già arrivato Bilal Touré. C'è tanto traffico in quella zona di campo dell'Atalanta. Quel che è certo è che uno come Zapata in rosa non c'è, anche se si porta dietro un ingaggio molto pesante. Loro stanno facendo un mercato per centrare la Champions League l'anno prossimo. Un giocatore che prende 2 milioni netti e segna 4 gol giocando 20 partite a sprazzi non so se rientra nei piani di Gasperini. Poi magari quest'anno le gioca tutte, ma la storia degli ultimi anni è chiara a tutti".

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