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Iko-no, i dolori del giovane Jorko. Il rigore della fine a Firenze?

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La parabola discendente di Ikonè prosegue, e il rigore sbagliato ieri è l'apice della sue difficoltà. Ma cosa succede?
Niccolò Meoni
Niccolò Meoni Redattore 

Jonathan Ikonè sembra essere diventato l'undicesima piaga d'Egitto per i tifosi viola. Prestazioni sbiadite, gol sbaglaiti e ieri il carico da 90, il rigore mandato alto sopra Gollini (Ironia della sorte). Il trasferimento alla Fiorentina doveva essere la svolta in avanti della sua carriera. Promettente ala dribblomane, cresciuta nel distretto "93 familie" a Parigi casa anche di Mbappè, a Lille era stato uno dei pezzi fondamentali della cavalcata al titolo. Poi l'arrivo a Firenze e l'inizio della discesa, dalla nazionale francese a meme.

Gli errori clamorosi

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Già Galtier, suo allenatore al Lille lo aveva spesso criticato per la resa sottoporta, strigliandolo per i suoi gol sbagliati:


"Deve essere più “killer” di fronte alla porta, sia in area che fuori. Deve correre il rischio di tirare, ha un buon sinistro, deve approfittarne". Ma a quanto pare Ikonè non è riuscito a seguire il consiglio, i numeri non sono da la sua. Ma oltre ai pochi gol segnati Ikonè sembra aver smarrito totalmentela fiducia. La sua caratteristica migliore, il dribbling, costante che lo ha sempre aiutato, sta mancando. Sembra aver perso la sicurezza che aveva nell'uno contro uno. Questo sia per una questione tattica, con il gioco viola ha poco campo davanti e libertà di svariare, sia per una questione mentale. I dati lo confermano, lo scorso anno tentava 10.8 dribbling a gara, quest'anno 6.5. E anche quando gli riesce subentra il terrore della rete, come a Monza. Dove non si è fidato di tirare col destro a porta sguarnita, aspettando il ritorno di D'Ambrosio.

Le turbe di Jorko

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Il penalty sbagliato è anche qui clamoroso, sintomo di una difficoltà psicologica. Come tutti i suoi errori è quasi comico, l'indecisione continua. In campionato è a quota 0 gol, nonostante il campo lo abbia calcato quasi sempre. Italiano ha provato anche ad accentrarlo, ma niente da fare, encefalogramma calcistico piatto. Adesso sembra semplicemente involuto, turbato. Tra l'altro l'azione in cui spezza il raddoppio e si guadagna la massima punizione sembrava aver cambiato qualcosa. Ma tutto è stato vanificato. I fantasmi che già prima sembravano tormentarlo davanti ai portieri adesso difficilmente scompariranno. Il giocatore non è questo, e lo si è capito.Adesso tocca a lui ritrovare sé stesso, ma forse fuori da Firenze. I tifosi lo hanno messo nel mirino, con ragione, viste le prestazioni e il tempo sembra scaduto. Gennaio riserverà delle sorprese in merito?

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