Anche a diverse ore di distanza resta un senso di fastidio per la sconfitta della Fiorentina a San Siro. Ecco le nostre pagelle:
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Le pagelle del giorno dopo: Ribery e Chiesa sugli scudi, Vlahovic eterno talento
I voti del post Inter a cura di Luca Calamai
10 a Ribery. E’ unico, è geniale. E’ un campione. Inventa due assist incredibili che ricordano a tutti cosa vuol dire essere Ribery. Caro Beppe uno come Franck non si toglie neppure se è lui a chiederlo. Con Ribery in campo fino alla fine non credo avremmo perso.
9 a Ribery e Chiesa e alle loro facce dopo il vantaggio dell’Inter. Avevamo dentro la rabbia dei giocatori veri. Federico è stato obbligato a uscire per un problema fisico. Ma, lo ripeto, giocatori così non vanno mai tolti.
8 a Commisso che nonostante la sconfitta ci ha messo la faccia. Ha cercato anche di sorridere ma dentro era un vulcano. Però mi piace un presidente che quando perdi non scappa via.
7 a Commisso che ha spiegato che per Chiesa può ancora succedere tutto. Viva l’onestà però Chiesa non può essere venduto a due giorni dalla fine del mercato. Perché poi ne devi trovare uno altrettanto bravo. I soldi non corrono.
6 a Castrovilli. Gli chiedevamo tutti di fare più gol. Bene, due partite due reti. Gaetà continua così.
5 a Biraghi che di colpo è tornato Biraghi.
4 a Borja Valero. E’ un uomo splendido, una figura importante dentro lo spogliatoio. Però non è più quello che avevamo in testa. Vorrei capire perché è entrato lui invece che Duncan.
3 a tutti i giocatori viola che sono entrati. Nessuno ha dato una mano. Chi non si sente partecipe del progetto alzi la mano e si accomodi all’uscita.
2 a Vlahovic che se possibile ha fatto ancora peggio degli altri. Caro Dusan occhio, il passaggio da grande talento a eterno talento è brevissimo.
1 a chi continua a invocare attaccanti quando la Fiorentina ha bisogno di difensori. Ceccherini non può essere il titolare di una squadra da Europa eppure è la prima alternativa quindi giocherebbe quasi sempre
0 a chi considera il Franchi alla pari dei grandi monumenti di Firenze. E’ proprio vero che a volte il silenzio è d’oro.
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