"Penso sia normale guardare a chi non gioca. Ma io non scelgo a caso. Vedo e osservo. Scelgo chi ritengo più adatto a vincere la singola partita. Chi sta fuori faccia qualcosina in più per convincermi, quindi. Spazio c'è per tutti, ma dobbiamo tutti fare di più". Queste sono le parole pronunciate da Stefano Pioli prima della gara contro il Milan di qualche giorno fa. Parole chiare, indirizzate alle seconde linee, a chi non sta riuscendo a ricavarsi spazio. Come si dice spesso: "Uomo avvisato, mezzo salvato". Per questo oggi a Vienna la pressione sarà alta per molti giocatori. Lo stesso Pioli ha annunciato numerosi cambi di formazione, confermando le anticipazioni. La Fiorentina non può fallire anche l'appuntamento europeo, e c'è bisogno del contributo di tutti per tornare a fare risultato.

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Ultima chiamata per le seconde linee: perché a Vienna non possono sbagliare
Niente errori
—Pioli in questo inizio di stagione ha cambiato spesso, ma non ci riferiamo agli uomini. Basti pensare ai vari Dodò, Kean, Gosens, De Gea, Pongracic, Mandragora, Ranieri, il blocco fisso. Giocatori che non hanno quasi mai riposato, ma che a Vienna potrebbero rifiatare. Kean e Gosens non sono stati convocati, Ranieri e Dodò dovrebbero lasciare spazio e Viti e Fortini. Sono proprio le riserve che oggi sono chiamate a reagire, a dare un segnale. Basti pensare a Parisi, nell'occhio del ciclone dopo i recenti errori (quello di San Siro su tutti). L'ex Empoli non avrà tante altre fiches da giocarsi, e oggi Pioli si aspetta molto da lui. Viti era stato impiegato con più continuità nelle primissime uscite, salvo poi finire le dimenticatoio, come Sohm del resto. Per non parlare di Comuzzo. In molti si sono chiesti cosa sia successo al promettente difensore, che lo scorso anno aveva fatto innamorare tutti con la sua solidità. Infine c'è Piccoli, che vuole ritagliarsi il suo ruolo di bomber di coppa. Per adesso la coppia con Kean non sembra nelle idee di Pioli, ma sta a l'ex Cagliari fa cambiare idea al tecnico. Oggi la Fiorentina non può fallire, ed i suoi interpreti secondari a maggior ragione.
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