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Tre punti e tre indizi: ecco cosa ci ha lasciato Lazio-Fiorentina

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Tre punti ma soprattutto tre indizi. Lazio-Fiorentina ha lasciato questo, tra lacune e certezze, i viola hanno ritrovato la vittoria
Tommaso Ormini

Ben tornati tre punti! È passato tanto tempo da quell'otto dicembre 2024, dove la Fiorentina ottenne l'ultima vittoria in campionato ai danni del Cagliari. Ieri un 1-2 molto sofferto, sopratutto nel finale, ai danni di una squadra che, come la Fiorentina, ha più di qualche lacuna. Stesso risultato dell'andata e due notizie buone per la classifica: contro sorpasso a Bologna e Milan e punti recuperati a Lazio e Juventus. Una vittoria sporca ma pur sempre una vittoria, ed era quello che maggiormente contava. Andando più nel dettaglio però, oltre i tre punti, ecco cosa ci ha lasciato la storia di Lazio-Fiorentina

Beltran-dipendente?

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Il migliore in campo di ieri sera, senza discussioni. Gol, copertura, adattato a tutti i ruoli del campo e soprattutto battagliero fino alla fine. Il Vikingo (non a caso) sta dimostrando a molti scettici la sua importanza nello schema di Palladino. Passato da esubero in estate con l'arrivo di Gudmundsson, a suo comprimario e pedina imprescindibile per la Fiorentina. Il tecnico campano lo usa a suo piacimento, e l'argentino si adatta a tutte le situazioni. Ieri ha praticamente giocato tutta la partita da quinto, e l'ha fatto con uno spirito di sacrificio invidiabile. 17 partite in campionato, condite da 4 gol e 4 assist, numeri sempre di più in crescendo per un giocatore che si sta finalmente facendo vedere a Firenze.


Quarantacinque minuti non bastano...

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Anche ieri la Fiorentina ha dimostrato di saper partire forte il primo tempo, dove in venti minuti ha ammazzato completamente la squadra di Baroni. Gli altri venticinque ha (più o meno) contenuto senza rischiare, e cercato il terzo gol, negato da un palo a Gudmundsson. Nel secondo tempo la squadra di Palladino ha attuato uno schema semplicissimo: catenaccio dietro e cerchiamo di tenere il risultato. Idea un po' antica, però essendo all'Olimpico contro la quarta forza del campionato, in vantaggio di due gol e con un periodo tutt'altro che sorridente ci può anche stare. Con il Torino la Fiorentina ha attuato la stessa tattica, portandosi a casa solamente un punto, cosa che alla fine, se quel palo di Pedro fosse entrato, avrebbe fatto anche ieri. Ok i tre punti, ma la Fiorentina non può permettersi di giocare tutte le partite così. Non ha una difesa impenetrabile, quindi deve sfruttare le sue qualità offensive per chiudere al più presto le partite.

Il centrocampo a tre fino alla fine

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Adesso con Folorunsho non ci sono più scuse, questa squadra non può prescindere da tre centrocampisti. L'ex Napoli al posto di Bove ci sta perfettamente, ma anche al posto di Colpani come visto ieri. La sua solidità e corsa son state fondamentali, mandando completamente in tilt il leggero centrocampo della Lazio. Con il ritorno di Cataldi e magari un aiuto dal mercato, il centrocampo viola può ritornare a dare quell'equilibrio perso nell'ultimo mese. Di Folorunsho a destra ne ha beneficiato anche lo stesso Dodo, autore di una partite straordinaria condita da un assist. I due hanno combinato molte volte lungo l'out di destra, con tacchi e sovrapposizioni, arrivando sul fondo diverse volte nel primo tempo.