Quarantacinque minuti non bastano...
—Anche ieri la Fiorentina ha dimostrato di saper partire forte il primo tempo, dove in venti minuti ha ammazzato completamente la squadra di Baroni. Gli altri venticinque ha (più o meno) contenuto senza rischiare, e cercato il terzo gol, negato da un palo a Gudmundsson. Nel secondo tempo la squadra di Palladino ha attuato uno schema semplicissimo: catenaccio dietro e cerchiamo di tenere il risultato. Idea un po' antica, però essendo all'Olimpico contro la quarta forza del campionato, in vantaggio di due gol e con un periodo tutt'altro che sorridente ci può anche stare. Con il Torino la Fiorentina ha attuato la stessa tattica, portandosi a casa solamente un punto, cosa che alla fine, se quel palo di Pedro fosse entrato, avrebbe fatto anche ieri. Ok i tre punti, ma la Fiorentina non può permettersi di giocare tutte le partite così. Non ha una difesa impenetrabile, quindi deve sfruttare le sue qualità offensive per chiudere al più presto le partite.
Il centrocampo a tre fino alla fine
—Adesso con Folorunsho non ci sono più scuse, questa squadra non può prescindere da tre centrocampisti. L'ex Napoli al posto di Bove ci sta perfettamente, ma anche al posto di Colpani come visto ieri. La sua solidità e corsa son state fondamentali, mandando completamente in tilt il leggero centrocampo della Lazio. Con il ritorno di Cataldi e magari un aiuto dal mercato, il centrocampo viola può ritornare a dare quell'equilibrio perso nell'ultimo mese. Di Folorunsho a destra ne ha beneficiato anche lo stesso Dodo, autore di una partite straordinaria condita da un assist. I due hanno combinato molte volte lungo l'out di destra, con tacchi e sovrapposizioni, arrivando sul fondo diverse volte nel primo tempo.
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