Viola News
I migliori video scelti dal nostro canale

VIOLA NEWS esclusive le nostre esclusive Società debole, manca troppo Commisso. Ma è il momento di far quadrato su Pioli

esclusive

Società debole, manca troppo Commisso. Ma è il momento di far quadrato su Pioli

Società debole, manca troppo Commisso. Ma è il momento di far quadrato su Pioli - immagine 1
Adesso non è il momento dei ragionamenti di pancia: serve sostenere il tecnico per poter uscire dalle sabbie mobili in cui si è messa la Fiorentina
Enzo Bucchioni Editorialista 

Chi ha visto il Pisa tenere testa al Napoli ha avuto ancora più netta la percezione di quanto il derby toscano di domenica prossima sia una sfida complicatissima e rischia, purtroppo, di diventare una partita da dentro o fuori. Il Pisa gioca meglio della Fiorentina (oggi giocano tutti meglio della Fiorentina), ha buona identità e personalità, una grande energia che copre i limiti tecnici di alcuni giocatori. Se metto a confronto la Viola vista contro il Como e la squadra di Gilardino vista a Napoli, faccio fatica a essere ottimista. E se la Fiorentina dovesse perdere a Pisa? Questa è la domanda che gira vorticosamente e pericolosamente sui social e nel Popolo Viola. Sale il partito dei “Pioli-out”, un po’ come successe al Milan qualche anno fa quando l’allenatore faticò a entrare nei cuori dei tifosi. Non mi tiro indietro e non faccio il pesce in barile aspettando i risultati, come fanno in tanti. Ho sempre preso posizione e lo faccio anche questa volta: io sto con Pioli. Sia chiaro, la Fiorentina vista fino ad oggi non esiste. Non è una squadra, non salvo niente. Soprattutto non sembra una squadra di Pioli e non salvo neanche Pioli. Ma l’allenatore va sostenuto, va rafforzato, va aiutato, va accompagnato in questo suo momento di difficoltà. E’ un professionista di grande levatura e di esperienza, ha gestito grandi gruppi e tanti giocatori dalla personalità complessa come Ronaldo o Leao. Ha vinto uno scudetto che non mi sembra un fiore all’occhiello da poco. Pioli ha tutto per capire cosa sta succedendo, per intervenire e trovare la strada giusta. Solo lui può tirare la Fiorentina fuori da queste sabbie mobili.

Serve la grande reazione

—  

In questo momento delicatissimo mi piacerebbe che tutto il Popolo Viola lo sostenesse, lo incoraggiasse, gli facesse sentire affetto e vicinanza per aiutarlo a uscire da questo momento di poca lucidità anche da parte sua. Purtroppo il processo è già partito, il partito del “facciamoci del male”, ha già emesso la sua sentenza: se la Fiorentina non vince a Pisa cacciate Pioli. E’ una posizione di pancia, non ragionate con la pancia. Intanto mi aspetto un grande reazione di tutti, a cominciare dai giocatori, ovvio, con una prestazione di carattere, di orgoglio, di volontà. La squadra non è perfetta, ma il livello tecnico la posiziona a ridosso delle quattro da Champions. Penso a decisioni definitive dell’allenatore, la scelta di un modulo più adatto alle caratteristiche dei giocatori, una squadra che giochi il derby con coraggio. Da Fiorentina vera. E se non dovesse succedere? Sto ancora con Pioli, non si può esonerare (come vorrebbe qualcuno) un allenatore con questa storia dopo appena cinque partite, e a questo proposito conoscete bene le vicende di Sacchi con Milan, di Gasperini con l’Atalanta e di diversi altri. Lo so che dopo ci sono la Conference, la Roma e il Milan, ma Pioli va comunque sorretto. Se prendi un allenatore di questo livello lo devi sostenere con la convinzione che prima o poi troverà la chiave giusta. Il tema, caso mai, è fino a quando. Il calcio non concede troppo tempo a nessuno, ma qui le variabili diventano tante, da un contratto triennale da tre milioni l’anno, a una soluzione alternativa forte che non vedo. Non sono matto, penso di conoscere un po’ il calcio e stare con Pioli oggi non significa bonus infiniti. E’ chiaro che oggi lo devo proteggere, lo faccio lavorare sereno, gli regalo tutta la fiducia, mi fido in sostanza, ma devono arrivare le soluzioni, la crescita graduale e i risultati.


Il ruolo della dirigenza

—  

Ma qui è la società che dovrebbe annusare, capire e valutare. Se Pioli dovesse essere entrato in una crisi irreversibile (può succedere, ma non risulta) lo devono capire i dirigenti. Sono loro che vivendo tutti i minuti del giorno a contatto con l’allenatore e la squadra, devono essere in grado di valutare le parole, gli sguardi, il linguaggio verbale e del corpo, devono intuire cosa succede, cosa fare e come prevenire. Purtroppo la società è debole e questo è talmente evidente che non si può non ricordare come è finita con Palladino. Dimissioni imbarazzanti. Il giorno prima Commisso l’aveva trattato e coccolato come un figlio in diretta dagli Usa, c’era stata una riunione di cinque ore per programmare la stagione. La mattina dopo s’è dimesso e non l’aveva intuito nessuno. Servirebbe Rocco Commisso a Firenze. Lo so che è in contatto continuo, telefonate e video call sono quotidiane, costanti. So anche che i tanti suoi impegni e problemi comprensibilissimi lo tengono lontano da Firenze e lui per primo vorrebbe essere qui a guardare tutti negli occhi, confessare e incoraggiare, ma la sua assenza pesa. Un conto sono le cose riferite, un altro quello che vedi con i tuoi occhi e capisci con le intuizioni di un grande personaggio come Rocco Commisso. Il presidente manca tantissimo a Firenze. Lo so che è un tema delicato, manca anche Joe Barone. Non tutti apprezzavano il suo attivismo e i suoi modi, so anche questo. Ma il carisma di Joe Barone, la personalità non sono state sostituite. Il d.g. Ferrari è chiamato a un compito più grande di lui, fino a pochi anni fa non sapeva neppure cosa fosse il calcio. Pradè lavora da dieci anni a Firenze, la stanchezza è evidente e la contestazione dei tifosi l’ha portato perfino a pensare alle dimissioni. Nonostante tutto, grazie alla disponilità economica di Commisso, hanno comunque messo in piedi una buona squadra, con difetti, ma con un organico in grado di competere in zona coppe e puntare a vincere la Conference. A maggior ragione, in questo momento, conviene a tutti far quadrato attorno a Pioli e raschiare il barile dell’ultimo ottimismo.