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Sette prestiti con diritto, nessun riscatto: la Viola volta pagina, ma verso dove?

Gudmundsson, Pradè
Nessun riscatto tra i tanti volti arrivati la scorsa estate. La Fiorentina cambia (a distanza di un anno) ancora pelle
Matteo Torniai Redattore 

La Fiorentina è chiamata a ricominciare, ancora una volta. L’addio di Raffaele Palladino, arrivato prima del previsto, ha aperto interrogativi su un progetto che sembrava avere spunti interessanti, ma che non ha avuto modo di svilupparsi pienamente. La conferma arriva dal mercato: nessuno dei prestiti con diritto di riscatto è stato confermato, lasciando la sensazione che la stagione appena conclusa, sotto certi aspetti, sia stata più interlocutoria che realmente costruttiva.

Dopo le uscite annunciate già a fine maggio di Zaniolo, Folorunsho, Colpani e Adli, sono arrivate le conferme dei mancati riscatti anche per Gudmundsson, Cataldi e Bove (in attesa di novità sul suo futuro calcistico).

Fagioli e Gosens, invece, sono i soli a restare in virtù di obblighi di riscatto scattati a seguito di condizioni, pattutite con Juventus e Union Berlino, che si sono effettivamente verificate nell'arco della stagione. Tra i nomi di questa lista spicca soprattutto quello di Albert Gudmundsson, fiore all’occhiello del mercato viola della scorsa estate, arrivato con tante aspettative e considerato a lungo l’uomo chiave della trequarti gigliata.

Gudmundsson, tra attese e incertezze

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Il mancato riscatto dell’islandese (17 milioni la cifra fissata col Genoa) ha sorpreso molti. Le motivazioni? Nel suo caso, più che mai, potrebbero essere di ogni tipo: rendimento a intermittenza, un procedimento penale ancora aperto per cattiva condotta sessuale, e un cambio in panchina che potrebbe rivoluzionare l’assetto tattico della squadra. Nonostante i numerosi interrogativi appena elencati, la Fiorentina sembra intenzionata a trattenere Gudmundsson, ma alle proprie condizioni: trattativa da riaprire con il Genoa, sperando di ottenere un ribasso rispetto alla cifra iniziale.

Il problema? Il cambio di proprietà nel Genoa ha fatto decadere ogni gentlemen agreement sul prolungamento automatico del prestito, e ora sul giocatore ci sono anche altri club di Serie A, pronti a inserirsi proponendo la stessa formula gradita ai viola.

Cosa ci porta a pensare questo tipo di decisione da parte della Fiorentina?Nella decisione su Gudmundsson, hanno influito più le considerazioni di campo o quelle di carattere economico-burocratiche? Eppure la Fiorentina, da un punto di vista sia di campo, ma soprattutto economico-burocratico, aveva fatto percepire, con i 6 milioni già investiti per il prestito oneroso, grande fiducia nel un percorso duraturo dell'islandese a Firenze.

Progetto Palladino: occasione persa o base instabile?

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A questo punto risulta spontaneo anche domandarsi: quello tra Fiorentina e Palladino è stato un progetto mancato o semplicemente un progetto fondato su basi troppo fragili? L'impressione è che il club abbia provato a costruire qualcosa di duraturo, ma senza la giusta stabilità per farlo sbocciare definitivamente. L’uso massiccio della formula del prestito (vedi anche la freschissima operazione-Viti), utile per contenere i rischi economici ma deleteria per dare continuità tecnica, ha impedito, a tutti gli effetti, di consolidare un’identità.

L’arrivo ormai imminente di Stefano Pioli potrebbe offrire nuove certezze, ma impone anche una nuova ricostruzione, proprio come l’estate scorsa. E in un mercato che corre veloce, il tempo è un lusso che raramente ci si può concedere.