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Sei personaggi in cerca d’autore: Vanoli, il centrocampo è un rompicapo

Tommaso Ormini
È la costruzione del reparto che tradisce la Fiorentina. Un centrocampo istintivo, a tratti talentuoso, ma lontano dall’essere equilibrato

Che il mercato estivo sia stato un fallimento oramai non è più notizia, anche perché il primo ad ammetterlo è stato proprio l'ex direttore sportivo Daniele Pradè. In un campionato come la Serie A, dove la zona nevralgica del campo determina identità, ritmo e solidità più che in qualsiasi altro contesto, la Fiorentina è riuscita a sbagliare non tanto gli uomini, quanto la costruzione stessa del reparto.

Analizzandone uno per uno, troviamo un trittico di centrocampisti che, presi singolarmente, possono avere margini e potenzialità, ma che insieme non formano mai un’unità funzionale. Nicolussi Caviglia è l’uomo “ordinato”, quello che prova a cucire il gioco, ma il suo è un ordine pulito, semplice, raramente verticale. Non è — e forse non sarà mai — un giocatore in grado di prendersi la Fiorentina sulle spalle dal punto di vista creativo. La sua forza è l’appoggio, non l’invenzione, e Firenze quanto a registi è abituata bene...

Sohm porta muscoli, volume e tante corse. È utile in transizione, dà copertura, allunga la squadra in avanti. Ma non costruisce. Il suo contributo nasce senza palla, non con il pallone tra i piedi. E in un centrocampo che già fatica a produrre linee di passaggio, la cosa pesa

Passiamo a Ndour, gamba e un potenziale nell’attaccare gli spazi e nel rompere le linee avversarie. Resta però un giocatore ancora istintivo più che un vero organizzatore: vive l’azione, non la dirige. Quando trova la giocata può fare male, ma nella gestione ordinaria del possesso rischia ancora di perdersi. Con l'AEK non è mai riuscito a trovare la sua zona in campo.

A questo quadro si aggiungono due elementi che avrebbero dovuto portare esperienza, ordine e personalità. Mandragora è l’unico che possiede davvero senso della posizione, gestione e capacità di leggere il ritmo della partita. Ma è anche quello che, più di tutti, sta pagando un utilizzo fuori ruolo e l’assenza di una coppia di reparto stabile: oggi sembra un giocatore chiamato a coprire tutte le falle.

Fagioli forse è la più grande delusione del centrocampo viola. Paradossale vedendo il talento del ragazzo, ma purtroppo la realtà è questa. Il regista che non è un regista, il fraintendimento del ruolo c'è sempre stato. Dà del tu al pallone, ma in campo non ha una vera e propria collocazione.

Infine Fazzini, che si definisce lui stesso una mezzala offensiva, più che un trequartista. Troppo offensiva, forse. Per inserirlo serve probabilmente Sohm dall'altra parte, e allora poi Mandragora, l'unico che sembra in grado di pescare il jolly ogni tanto?

In definitiva, più che uomini singoli, è la costruzione del reparto che tradisce la Fiorentina. Un centrocampo istintivo, a tratti talentuoso, ma lontano dall’essere un reparto ben equilibrato