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Sandrelli: “Fiorentina-Juve, la coreografia sintesi storica di un sentimento”

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Fiorentina-Juventus e la coreografia dello scandalo: "Si tratta di un linguaggio da stadio, dove più che il fioretto si usa la sciabola del paradosso"
Massimo Sandrelli

Quella coreografia in curva ha scosso la sensibilità dei benpensanti, forse ha turbato l’animo dei perbenisti. Potrà perfino essere oggetto di una sanzione (arrivata nel pomeriggio, ndr), non è di certo il migliore esempio di ironia, ma si tratta dell’esatta sintesi storica di un sentimento. Qualcuno sostiene che potrebbe costituire una palese violazione nel giorno della condanna di ogni forma di discriminazione. La legge vieta ogni discriminazione diretta o indiretta basata su genere, razza o origine etnica, religione, convinzioni personali, disabilità, età, orientamento sessuale, adesione a associazioni sindacali. Non ci sembra che la Juventus rientri in alcuna di queste categorie. È una società, o per meglio dire ne è il logo che meglio e più di tutto dal 1 novembre 1897 ha raffigurato nel calcio italiano qualità, risultati e potere insieme ma spesso più il potere del resto. In 128 anni ha vinto 36 scudetti (sarebbero stati 37 con quello revocato per Calciopoli e la conseguente retrocessione) come dire uno ogni 3 anni e mezzo. Ha vinto prima del Fascismo, durante il Fascismo e nel dopoguerra. Nove scudetti di seguito addirittura sotto la presidenza di Andrea Agnelli, presidenza peraltro interrottasi traumaticamente.

Firenze e le angherie del potere

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Firenze e il suo popolo, salvo qualche maledetta eccezione, non hanno mai accettato a cuor leggero le angherie del potere. La storia è fatta di episodi ma quando gli episodi negativi si accumulano allora si è portati a individuare una tesi. I “giorni di Baggio” ancora oggi rappresentano il culmine di questo storico malessere. E fu un’intera città a ribellarsi, non solo i cosiddetti ultras ma giovani, vecchi, pensionati e casalinghe. Una fantastica solidarietà che fuori fecero fatica a comprendere. Con Mario Sconcerti avemmo un bel daffare per rappresentare alla redazione centrale di “Repubblica” che cosa stesse succedendo e perché. “Siete i soliti tifosi…” ci dissero all’inizio poi, non senza qualche difficoltà, accettarono la gravità di quella sommossa popolare. C’era stato lo scudetto sfuggito all’ultima giornata nel 1982 e tanti, tanti altri momenti di frizione. Loro sono sempre stati i più ricchi ma forse anche i più bravi. Quando Egisto Pandolfini andò alla Cattolica Virtus per chiudere la trattativa per Paolo Rossi, gli fu risposto che Italo Allodi aveva fatto una super-proposta e lo aveva già ipotecato per Torino.


Ostentazione del potere

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Gianni Agnelli, l’Avvocato, contribuì fattivamente alla cristallizzazione del mito. Era uso dire che l’Italia era per metà bianconera. Lui stesso, durante un’intervista a Enzo Biagi che gli faceva notare che perfino Tommaso Buscetta era juventino, ebbe a replicare: “Se avrà occasione di incontrarlo gli dica che questa è l’unica cosa di cui non dovrà mai pentirsi…” Dopo la morte di Umberto di Savoia pretese perfino che la squadra giocasse con il lutto al braccio. E l’ostentazione del potere quando si trattava di Firenze e della Fiorentina sembrava nascondere un piacere quasi perfido. Durante la finale di coppa Uefa del ’90, un giocatore juventino bisbigliò ad un giocatore viola di non tormentarsi tanto la vittoria era scritta…Dopo la partita di andata a Torino, l’Uefa stabilì che, stante la squalifica del campo di Perugia (dove la Fiorentina era stata costretta a emigrare per i lavori di Italia ’90), il ritorno si giocasse sul “neutro” di Avellino.

Rispondere per le rime

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E comunque si tratta di un linguaggio da stadio, dove più che il fioretto si usa la sciabola del paradosso. A Verona apparve una scritta contro i napoletani: “Vesuvio lavali col fuoco…” nella partita di ritorno la risposta più feroce: “Giulietta è ‘na zoccola…”. Cristiano Giuntoli, l’attuale direttore della società bianconera, ha fatto sapere di voler chiedere rispetto, e lui, che tra l’altro è fiorentino, deve aver sofferto più degli altri per quello striscione. Soprattutto per le condizioni in cui versa questa “povera” Juventus. Non hanno bisogno dei nostri consigli ma piuttosto che ricorrere ai tribunali la reazione più opportuna potrebbe essere quella di rispondere per le rime con un altro striscione. Firenze non ha Giulietta ma personaggi da irridere non mancano, basta consultare una qualsiasi enciclopedia…

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