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IL PIACERE DELLA SCOPERTA

Pongracic come Mertens: quando la resa rispetta l’attesa, ma prende un’altra via

Marin Pongracic
Presi per fare A, è venuto fuori che sapevano fare benissimo B... e allora meglio così!
Federico Targetti
Federico Targetti Caporedattore 

E' chiaro che con il nostro titolo non intendiamo paragonare a livello tecnico o fisico Marin Pongracic e Dries Mertens: il giorno e la notte. Uno statuario, l'altro tascabile; uno un difensore, l'altro un attaccante. Sì, ma che tipo di difensore e attaccante? La similitudine sorge nel momento in cui si pensa alla svolta che, con le proporzioni del caso (ci raccomandiamo: con tutte le dovute proporzioni del caso), ha segnato il percorso di entrambi a livello di posizione in campo.

Il ko di Milik e la nascita di una leggenda

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Mertens, infatti, è arrivato al Napoli nel 2013 e ha giocato per tre anni come esterno prima dell'intuizione di Maurizio Sarri, che per ovviare al grave infortunio del centravanti titolare Arek Milik lo ha preferito alla riserva Gabbiadini e lo ha inventato centravanti di movimento, rendendolo negli anni il miglior marcatore della storia degli azzurri. Un risultato notevole (qui stratosferico) da un acquisto che arrivava sì con aspettative alte, ma in un ruolo differente. Ricorda qualcosa o qualcuno?


Opera di convincimento

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Pongracic, difensore centrale più costoso della storia della Fiorentina, arrivato per 15 milioni dal Lecce e strappato all'ultimo ai francesi del Rennes, è stato dichiaratamente preso per fare il centrale nella difesa a tre di Palladino, pur non avendo mai interpretato quello schieramento in carriera. Dopo un inizio horror si è infortunato e la squadra si è disimpegnata alla grande con la difesa a quattro in autunno, ma poi le cose sono cambiate, Bove ha sofferto del suo maledetto malore e si sono resi necessari nuovi accorgimenti. Con l'arrivo dal Monza di Pablo Marì, la difesa a tre è tornata viabile, e senza più Martinez Quarta, tornato al River Plate, Palladino si è reso conto che il croato poteva essere un terzo di destra ideale. Qualche prova che sulle prime ha fatto un po' storcere il naso allo stesso Pongracic, ma l'esperimento ha funzionato abbastanza in fretta grazie anche all'insistenza dell'allenatore e ai colloqui tra i due. E siamo arrivati alla gara di ritorno contro il Celje, in cui il numero 5 ha fatto un assist perfetto per l'1-0 di Mandragora distinguendosi per le doti di impostazione oltre che per quelle che già conoscevamo in fase difensiva. Questi i suoi dati, raccolti da Sofascore.

Addirittura sono 3 i passaggi chiave, cioè quelli che hanno messo un compagno in condizione di battere a rete: se la mira del ricevente fosse stata migliore negli altri due casi, staremmo parlando di tre assist di un difensore in una sola partita. Roba forte, anche rapportandola a un avversario non di livello eccellente come gli sloveni. Quindi Pongracic non è evidentemente il tipo di difensore che Palladino aveva indicato, ma si è dimostrato un interprete estremamente valido in una posizione diversa. E' ancora una via giusta per ripagare l'investimento della Fiorentina, solo che non è quella che aveva intrapreso inizialmente. E le sorti del terzo tentativo di alzare finalmente la Conference League passano anche da lui.

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