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Pastore a VN: “Vietato ripetere il 2015. Come vedo il Betis e i margini di Kean”

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Moise Kean ha stupito tutti, ma può ancora migliorare. La nostra intervista a Giuseppe Pastore, volto di Cronache di Spogliatoio
Niccolò Meoni
Niccolò Meoni Redattore 

Sono settimane decisive in casa Fiorentina. La stagione viola si deciderà nelle prossime gare, fra un campionato dove è tutto aperto in zona europea, ed il sogno Conference. Per capire di più sull'andamento dei ragazzi di Palladino abbiamo intervistato Giuseppe Pastore. Uno dei volti di Cronache di spogliatoio ci ha detto la sua, con un'appendice spagnola riguardante Barcellona-Real Madrid (gara che sarà trasmessa proprio sul canale youtube di "Cronache"):

In questo caotico rush europeo in che posizione vede la Fiorentina, in un'ideale griglia di partenza?

"Dipenderà molto dal calendario, e anche dal Betis. Le energie nervose e fisiche andranno distribuite, non è facile. Immaginare la classifica fra 5 giornate è dura. Alcune squadre affronteranno le ultime giornate già salve. La Fiorentina non deve avere l'ansia, come ha fatto a Cagliari, una gara alla volta. La squadra è stata brava a rimanere a galla dopo la prima mezz'ora ed a sfruttare le occasioni. Per esempio l'Empoli è una partita scivolosa, i precedenti non sono buoni, la Fiorentina in casa lo soffre sempre. D'Aversa si giocherà tutto, poi c'è il Betis, e c'è da capire se Kean sarà disponibile. Bisogna navigare a vista, pensando anche a giovedì. Non esistono allenatori che non pensano ad una semifinale europea. Non serve l'ansia, i problemi delle big derivano da questo. La Fiorentina vuole una terza finale, ma non deve farsi travolgere, come invece è successo col Celje. Essere sfavoriti col Betis potrebbe liberare un po' di gambe".


Rimanendo sul Betis, quanto conterà l'esperienza di Pellegrini in panchina, ed in campo di top player come Isco e De Gea, oltre alla differenza di ambiente data dallo stadio Villamarìn?

"L'andata a Siviglia è una piccola opportunità. anche magari in un'ottica lunga come un supplementare. Anche se la Fiorentina non deve fare la fine del 2015 (sconfitta a Siviglia per 3-0 in Andalusia in Europa League n.d.r), il rischio è questo. Io commentai il Betis in Copa del Rey a gennaio, ed era una squadra totalmente diversa, con poco talento, e perse 5-1. Ha cambiato faccia a gennaio, ha preso Antony, ha rivalutato e si è rivalutata grazie ad Isco. Sono quei giocatori che per l'età sonnecchiano, ma che poi negli ultimi mesi sono decisivi. Ieri ho visto un ex viola a San Siro che sta facendo lo stesso (Jovic n.d.r), anche se non per l'età. Avere giocatori così esperti conta. La Fiorentina deve fare quello che ha fatto contro le big, non prendere iniziativa, sfruttare come gli spazi che il Betis concede. Andare di copertura e rimessa, mi immagino la sfida un po' come Bayern-Inter, dove una squadra palleggia e dove l'altra sfrutta gli spazi. Il Betis non è ingiocabile, ma ci vuole l'atteggiamento migliore, che la Fiorentina ha avuto a sprazzi quest'anno. Servirà anche essere anche fortunati negli episodi. Il Betis sta bene e lo vedo leggermente favorito. Però loro avranno più pressione dato che non hanno mai vinto un trofeo internazionale".

Dove può migliorare un giocatore come Kean, anche in ottica futura?

"I dati che mostriamo ogni settimana su Cronache Di Spogliatoio ci dicono che Kean si mangia anche un sacco di gol. Ha ancora 8-9 gol nel carniere. Ma ha uno strapotere fisico che non ha eguali in Serie A, anche nell'allungo, nel corpo a corpo". Nemmeno Lukaku gli si avvicina? "Senza dubbio il Lukaku migliore è alle spalle, Kean invece è in ascesa. Mi ha sorpreso che avesse fatto così male a Torino, lì capisci che la testa conta. Molti attaccanti soffrono il doversi giocare tutto in 20 minuti. Palladino lo lascia sempre in campo, ed ha avuto l'abilità di costruire una rosa dove non c'è un vice-Kean. Questo lo ha gasato, vedersi intoccabile in un'ambiente che lo ama e che ha una cultura di numeri 9, è un bell'ambiente che si è creato su ci lui fin dai preliminari contro la Puskas Akademia. Io ci penserei molto a lasciare Firenze se fossi in lui. Deve migliorare davanti al portiere, anche se il suo grande movimento è evidente. Non sta fermo in area, non è Retegui. Anche contro l'Atalanta si è preso palla da centrocampo. Deve lavorare sui gol sporchi, un po' come Castellanos".

Questa Fiorentina le ricorda una del passato come quella di Trapattoni? Cinica con la coppia portiere-centravanti...

"Quella Fiorentina aveva tanta classe nel mezzo come Rui Costa. Aveva giocatori che avevano fatto le finali di Champions come Torriceli ed Heinrich. Non credo che la Fiorentina adesso prenderebbe un Carvajal". Muller invece? "Mi pare sia un po' fuori tempo massimo, come Ribery. Ho sempre avuto grande simpatia per la Fiorentina e per la sua ricerca estetica. Non voglio gufarla, ma è una Fiorentina che deve quagliare. Spero che faccia un po' di più rispetto alla Fiorentina centrale di Montella, quella 2014/15 che perse le semifinali contro Juventus e Siviglia. Arrivava un po' disordinata al finale di stagione, con tanti giocatori che avevano spazio, come Salah, Gilardino, Diamanti, Joaquin e tanti altri. Deve tenere il piede in due scarpe. La rosa è forte, ha giocatori come Gudmundsson che ha fatto il 40% di quello che ha. Sembra uno di quei film dove il finale è apertissimo, a 4 punti dalla zona Champions e con due scontri diretti da giocare. I finali sono tanti, ma la Fiorentina ha il destino nelle proprie mani. Complice il Milan in Coppa Italia il rischio è quello di rimanere a mani vuote"

Parlavamo di Betis, come vedi la finale di Copa del Rey, il clasico tra Real e Barcellona che trasmetterete in esclusiva su Cronache di Spogliatoio?

"Vedo il Barcellona favorito. Nei due confronti stagionali è finita 9 a 2. Il Barcellona però pochi giorni dopo avrà la semifinale di Champions. Il Barca fa paura per la tecnica, si tirano delle fucilate ma riescono a controllarle come nessuno al mondo. Non puoi difendere contro questi, non tocchi la palla anche per la loro riaggressione. L'Inter deve avere Thuram o Dumfries, e poi devi avere la lucidità nel finale. Il Barcellona funziona ancora, sul suo pressing incluso. Poi vediamo, gli infortuni possono essere una variabile. Sarà una finale dura, il Real per sua natura non ci sta a perdere. Poi ci sarà l'ultimo clasico, la stagione del Real non è ancora finita".