Eppure il gioco del Celje avrebbe dovuto favorire la Fiorentina. Ormai è un dato di fatto che la viola faccia meglio con le “big” e fatichi con le piccole. E nonostante la squadra slovena si possa definire una “piccola”, il sistema di gioco e l’atteggiamento non è come quello delle squadre da metà classifica in giù. E allora perché la Fiorentina giovedì sera non ha reso come ci si sarebbe aspettati? Basta trovarsi contro Juventus, Inter, Atalanta perché scatti la scintilla? Il problema non risiede certo nel nome o nella posizione che queste squadre ricoprono in classifica, bensì nel loro modo di giocare. Sono squadre che non si nascondono, che giocano a viso aperto e che, di conseguenza, lasciano spazi. Condizioni ideali affinché il gioco della Fiorentina risalti. Quindi perché contro il Celje così non è stato? Quella passività vista stride con la qualità della rosa, quasi come se mancasse consapevolezza. Eppure la Fiorentina sembra conoscere il suo valore e la sua forza. In questo momento della stagione però serve che quegli sprazzi di consapevolezza acquisiti diventino certezze, una maggior convinzione nei propri mezzi e più intraprendenza con qualsiasi avversario si ha di fronte. Perché per chi sogna l’Europa che conta non c’è spazio per paure e incertezze.
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