02:32 min

esclusive

Parisi a VN: “Fagioli, che mentalità. Biraghi ci viene spesso a trovare”

Giovanni Zecchi
Giovanni Zecchi Redattore 
Gudmundsson, Kean, Fagioli... Parisi ci racconta il rapporto coi compagni e gli equilibri nello spogliatoio viola

Questa la seconda parte (la prima) all'intervista a Fabiano Parisi, in esclusiva a Violanews.com. Da Kean a Comuzzo, la squadra di Raffaele Palladino raccontata dall'ex Empoli:

Cosa significa avere davanti uno come Gosens?

"Sta facendo un grande campionato. Ovviamente decide il mister la formazione, ma io do sempre il massimo. Sono contento per lui: è un grande giocatore e un grande uomo, e sono felice di giocare al suo fianco".

Conosci bene Nicolò Fagioli, ci giocavi in Nazionale Under 21. Come lo hai ritrovato?

"Più maturo, sicuramente. È arrivato qui con una mentalità completamente diversa rispetto al passato. Ha voglia di mettersi in mostra e ha grandi qualità. È un giocatore importante, che ha giocato nella Juventus con obiettivi diversi, e portare quella mentalità alla Fiorentina ci ha aiutato tantissimo. Sono davvero felice di averlo come compagno qui a Firenze".

Gudmundsson è stato fuori a lungo, ma ora è un punto di riferimento della Fiorentina. Quanto aiuta la squadra un giocatore del genere?


"Albert è un giocatore importante. Anche a Genova ha avuto problemi fisici. Gli infortuni fanno parte della carriera di un giocatore. Non è ancora al 100%, ma con allenamenti e sacrificio potrà tornare al massimo. Sono felice di averlo in squadra, ci darà una grossa mano. Tutti sappiamo quanto sia forte".

Kean ha avuto un percorso particolare. Da poco impiegato a punto di riferimento. Vedere chi non molla e ottiene ciò che desidera è un bell'esempio da seguire…

"Kean aveva bisogno di fiducia e di un mister che credesse in lui. Moise è fortissimo. Poi abitiamo vicini e spesso facciamo colazione insieme, parlando di musica. Lo considero un grandissimo ragazzo e sono davvero felice per quello che sta facendo. Oltre ai gol, che sono tanti, sta offrendo grandi prestazioni".

Nella rivoluzione di gennaio è andato via anche Cristiano Biraghi. Hai perso un capitano, un compagno e un amico. Come hai vissuto il suo addio?

"L'addio di un compagno si fa sempre sentire. Con lui mi sento spesso, anche ora che è a Torino. Abbiamo lo stesso procuratore e ho legato molto con lui. Ci confrontavamo spesso in campo e ci rispettavamo, avendo lo stesso ruolo. Poi, lui è in prestito… chissà, magari tornerà l'anno prossimo. Comunque viene a trovarci spesso per vedere come stiamo. Per me è davvero un grande amico."

Hai visto crescere Comuzzo. Come descriveresti la sua evoluzione?

"Le sue qualità erano già evidenti l'anno scorso. Ha una grande mentalità, nonostante la giovane età. È sempre il primo in palestra, ha voglia di allenarsi e migliorarsi. Noi lo chiamiamo "Il Soldato", il che dice tutto. Ha fatto un grande salto di qualità quest'anno, soprattutto a livello mentale, grazie anche alla fiducia del mister".