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Parisi a VN: “Fagioli, che mentalità. Biraghi ci viene spesso a trovare”

fabiano parisi
Gudmundsson, Kean, Fagioli... Parisi ci racconta il rapporto coi compagni e gli equilibri nello spogliatoio viola
Giovanni Zecchi
Giovanni Zecchi Redattore 

Questa la seconda parte (la prima) all'intervista a Fabiano Parisi, in esclusiva a Violanews.com. Da Kean a Comuzzo, la squadra di Raffaele Palladino raccontata dall'ex Empoli:

Cosa significa avere davanti uno come Gosens?

"Sta facendo un grande campionato. Ovviamente decide il mister la formazione, ma io do sempre il massimo. Sono contento per lui: è un grande giocatore e un grande uomo, e sono felice di giocare al suo fianco".


Conosci bene Nicolò Fagioli, ci giocavi in Nazionale Under 21. Come lo hai ritrovato?

"Più maturo, sicuramente. È arrivato qui con una mentalità completamente diversa rispetto al passato. Ha voglia di mettersi in mostra e ha grandi qualità. È un giocatore importante, che ha giocato nella Juventus con obiettivi diversi, e portare quella mentalità alla Fiorentina ci ha aiutato tantissimo. Sono davvero felice di averlo come compagno qui a Firenze".

Gudmundsson è stato fuori a lungo, ma ora è un punto di riferimento della Fiorentina. Quanto aiuta la squadra un giocatore del genere?

"Albert è un giocatore importante. Anche a Genova ha avuto problemi fisici. Gli infortuni fanno parte della carriera di un giocatore. Non è ancora al 100%, ma con allenamenti e sacrificio potrà tornare al massimo. Sono felice di averlo in squadra, ci darà una grossa mano. Tutti sappiamo quanto sia forte".

parisi fabiano

Kean ha avuto un percorso particolare. Da poco impiegato a punto di riferimento. Vedere chi non molla e ottiene ciò che desidera è un bell'esempio da seguire…

"Kean aveva bisogno di fiducia e di un mister che credesse in lui. Moise è fortissimo. Poi abitiamo vicini e spesso facciamo colazione insieme, parlando di musica. Lo considero un grandissimo ragazzo e sono davvero felice per quello che sta facendo. Oltre ai gol, che sono tanti, sta offrendo grandi prestazioni".

Nella rivoluzione di gennaio è andato via anche Cristiano Biraghi. Hai perso un capitano, un compagno e un amico. Come hai vissuto il suo addio?

"L'addio di un compagno si fa sempre sentire. Con lui mi sento spesso, anche ora che è a Torino. Abbiamo lo stesso procuratore e ho legato molto con lui. Ci confrontavamo spesso in campo e ci rispettavamo, avendo lo stesso ruolo. Poi, lui è in prestito… chissà, magari tornerà l'anno prossimo. Comunque viene a trovarci spesso per vedere come stiamo. Per me è davvero un grande amico."

Hai visto crescere Comuzzo. Come descriveresti la sua evoluzione?

"Le sue qualità erano già evidenti l'anno scorso. Ha una grande mentalità, nonostante la giovane età. È sempre il primo in palestra, ha voglia di allenarsi e migliorarsi. Noi lo chiamiamo "Il Soldato", il che dice tutto. Ha fatto un grande salto di qualità quest'anno, soprattutto a livello mentale, grazie anche alla fiducia del mister".

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