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Ora basta

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La Fiorentina ha un’altissima probabilità di finire come ultima della classe. E se per Firenze e i suoi tifosi sarebbe una delusione cocente, il danno economico per Rocco Commisso non sarebbe da meno
Massimo Sandrelli

Ora basta. Il presidente Rocco Commisso (lui o chi per lui, ne rispettiamo la privacy) ha il dovere di intervenire. Le dichiarazioni a lui attribuite nei giorni scorsi sembrano troppo scontate e banali per un imprenditore di successo. Dire mi fido dei miei collaboratori, oppure ho fiducia in Paolo Vanoli, o ancora grazie ai tifosi che ci sono vicini, la colpa è di chi non ci ha dato lo stadio e infine non dobbiamo andare in serie B, sono tutte frasi di circostanza di chi non pare abbia il polso della situazione o di chi, e sarebbe peggio, crede alla realtà virtuale che gli viene raccontata. La Fiorentina ha un’altissima probabilità di finire come ultima della classe. E se per Firenze e i suoi tifosi sarebbe una delusione cocente, il danno economico per l’imprenditore non sarebbe da meno. La retrocessione decurta il monte ricavi, evapora i diritti televisivi e penalizza il “patrimonio giocatori”.

Insomma, un vero e proprio disastro. Come si interviene? Ora non è più solo un fatto tecnico. Certo, Vanoli pare non abbia capito l’emergenza e continua a chiedere alla squadra un modo di giocare che si sta rivelando suicida per cui sarà necessario un altro cambiamento. Meglio uno degli specialisti, un allenatore abituato a tentare imprese disperate. Il problema è chi dovrà decidere. Il vertice della società richiede un uomo di immagine e di esperienza perché la ricostruzione deve cominciare da subito. Allora va individuato, se il presidente non può o non se la sente, un nuovo capo. Poi serve un direttore sportivo che, sfruttando la sua esperienza, possa provvedere a ripristinare con panchina spogliatoio un rapporto di credibilità e sia in grado (sempre secondo le indicazioni della proprietà) che cosa si possa fare sul mercato di riparazione. Ma al di là del risultato finale, ora è il momento dello scossone, ora è il momento della rivoluzione. Mi si obietta, ma come si può fare così all’improvviso?


Quella della Fiorentina è una crisi profonda e viene da lontano. Non averne colto i margini è la vera colpa della proprietà. Se Rocco (o chi per lui) non interviene o peggio continua a delegare in ”mani sbagliate” non solo la retrocessione sarà inevitabile ma anche il processo di ricostruzione sarà difficilissimo. Il calcio è un gioco stupido per persone intelligenti, soleva dire un mio ex amico ed aveva ragione. Bisogna ricostruire molto. E allora i giocatori non hanno colpe? Assolutamente sì, ma il problema è che il loro alibi sta nella assenza della società. Va ricostruita una “cittadella della speranza”, ammettendo solo coloro che vogliono e sappiano affrontare tutti i rischi del momento. Non tocca a noi dire se Ranieri, De Gea, Pablo Marì o Pongracic debbano giocare o no. Non tocca noi stabilire se la difesa debba essere a tre o a quattro. Ci vuole gente di calcio che possa rimettere insieme un gruppo di giocatori che ora sono in preda alla paura e bel buio dell’incertezza. L’ora del dilettante è finita.