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Non si ricordano i giorni, si ricordano gli attimi: Barak, non sarai dimenticato

Non si ricordano i giorni, si ricordano gli attimi: Barak, non sarai dimenticato - immagine 1
Il nostro saluto al centrocampista ceco, un po' sfortunato ma capace di farsi spazio in un momento particolare nella storia della Fiorentina
Federico Targetti
Federico Targetti Caporedattore 

Da cosa potevamo partire, per salutare la partenza di Antonin Barak, se non dal 129esimo minuto di Basilea-Fiorentina, semifinale di ritorno di Conference League 2022/23? Era il 18 maggio, St. Jacob-Park era un catino, una coreografia pazzesca dei tifosi svizzeri aveva accolto la Fiorentina che doveva addirittura rimontare l'1-2 subito all'andata. Se quella serata è stata gloriosa molto lo si deve a Nico Gonzalez, che ha segnato il primo e il secondo gol mandando ai supplementari la gara dopo l'1-1 di Amdouni, ma nessuno, a Firenze, si ricorda di Basilea per via dell'argentino. No, quella è la sera in cui Barak è entrato nella memoria collettiva.

Tutto in un secondo

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"Per quanto tempo è per sempre?" chiede Alice al Bianconiglio nel Paese delle Meraviglie. "A volte, solo un secondo", risponde lui. Ecco, quel secondo in cui Barak si avventa sul pallone mancato dalla difesa locale su una torre di Jovic (stavano marcando Ikoné, pensate un po') era destinato a durare per sempre. Figurarsi se poi, a Praga, casa proprio del ceco Antonin, fosse andata diversamente.


L'uomo della Conference

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Per il resto, l'esperienza di Barak alla Fiorentina non è stata affatto memorabile. L'uomo della Conference ha segnato 8 gol in 22 partite nella competizione nei suoi anni in viola, ma non è mai stato impiegato da titolare, né da Italiano, né da Palladino, che pure propone un sistema di gioco un po' più adatto alle qualità che Toni ha fatto vedere all'Udinese quando ha sorpreso tutti in coppia con Jakub Jankto nel 2017/18. Mettiamoci anche la fastidiosa malattia che lo ha colpito nell'estate del 2023: forse non era scritto nelle stelle che i giorni viola di Barak rimanessero impressi negli annali.

Eppure Cesare Pavese aveva ragione: non si ricordano i giorni, si ricordano gli attimi. E a Basilea, caro Antonin, ci hai regalato qualcosa di speciale. Sarà perché era una semifinale, e mancavamo in una finale europea da più di 30 anni; sarà per via della sofferenza di quella partita, per il gol all'ultimo respiro - nella vita non contano i momenti che ti danno respiro, ma quelli che te lo tolgono. Sta di fatto che questo, unito al tuo sincero attaccamento alla maglia, ti farà sempre ricordare con un sorriso, anche se il Kasimpasa ti riscatterà a fine stagione. E quest'anno, quando gli anfratti esotici della Conference League metteranno in difficoltà la Fiorentina, forse qualcuno, non pensandoci, si dirà: "Dai, tranquillo che ora entra Barak e l'aggiustiamo"...

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