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EDITORIALE

Mentalità e gioco, la Fiorentina è a metà del guado. Insistere o cambiare?

Pioli, Kean, Gosens
Si cerca un gioco più dominante, ma la squadra stenta. Pioli è fiducioso che le cose miglioreranno, ma servono dei correttivi e forse qualche interprete diverso
Simone Bargellini Vice direttore 

Non è il caso di essere catastrofici, perché siamo solo a metà settembre e restano 35 giornate a disposizione. Ci mancherebbe altro. Però è innegabile - e lo ha ammesso anche Pioli - che ci si aspettasse di più dall'inizio di stagione della Fiorentina. Molto di più. La sconfitta con il Napoli, per il modo schiacciante in cui è maturata, preoccupa. Anche perché conferma e accentua le difficoltà già mostrate dai viola contro Cagliari e Torino, senza dimenticare la pessima gara di ritorno col Polyssia.

A metà del guado

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Stefano Pioli sta provando a cambiare concetti di gioco e mentalità rispetto all'anno scorso. Se Palladino prediligeva un calcio basico, difesa e contropiede (estremizzo un po' il concetto), il nuovo allenatore chiede altro: costruzione dal basso, braccetti che salgono, esterni che tagliano verso il centro. Il problema è che tutto (o quasi) è fermo alla teoria, perché i meccanismi sono ancora inceppati, troppo inceppati per essere già a due mesi pieni di lavoro. La palla gira lentissima e così la squadra avversaria si posiziona e si torna ai cari, vecchi lanci lunghi (senza a quel punto che ci sia lo spazio in profondità). Specialmente se a centrocampo manca qualità e chi dovrebbe darla (Fagioli) si nasconde.

Ambizione o azzardo?

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La partita con il Napoli è stata emblematica di quello che la Fiorentina vorrebbe essere e di quello che oggi riesce a fare. Pioli voleva andare a prendere De Bruyne e compagni uomo su uomo a tutto campo. Ma fin dai primissimi minuti, il piano non ha funzionato: il Napoli superava facilmente la prima pressione e poi faceva a pezzi la difesa viola in campo aperto. Pongracic sul gol di Hojlund sbaglia completamente la lettura ma, essendo costantemente esposto all'uno contro uno, non dico fosse scontato ma quasi. Al contrario il pressing alto del Napoli era efficace e l'impostazione dal basso della Fiorentina rimaneva poco più di un'illusione.

Tutto è stato chiaro fin dall'inizio, eppure Pioli non ha cambiato nulla - né piano gara né uomini - rischiando che finisse in goleada. Probabilmente l'idea è che insistendo sui nuovi principi, prima o poi la Fiorentina riuscirà a fare lo switch (tattico e mentale) che lui ha in testa. Ce lo auguriamo. Di certo ora che la stagione entra nel vivo, tra campionato e Conference, è necessario che si inizi a vedere un'identità di squadra. Un problema atavico nella scorsa stagione e che anche Pioli, per il momento, sta facendo fatica a risolvere.