Come arriva l’Apoel a questa partita?
—Quest’anno l’Apoel ha avuto molti problemi, è già al terzo allenatore con lo spagnolo Jimenez, arrivato un mesetto fa. Sono usciti in Europa League ai rigori con una squadra lettone. In campionato si sono ripresi, sono quarti a otto punti dal Pafos capolista, ma in Conference League hanno fatto un solo punto in due partite, pareggiando 1 a 1 in Irlanda con lo Shamrock Rovers e perdendo 1 a 0 in casa con la squadra bosniaca, il Borac Banja. Un brutto colpo, per questo si giocano tanto contro la Fiorentina.
Chi sono i giocatori più importanti?
—El Arabi, ex Olympiacos, un classe ’87 ma davanti fa ancora la differenza, grande opportunista in area di rigore, un attaccante completo, legge il gioco (era in panchina il 29 maggio ad Atene, ndr). Sugli esterni interessanti Marquinhos e Ndongala. Altro giocatore pericoloso è Pizzi, trequartista portoghese ex Braga e Benfica. Nello stesso ruolo segnalo anche il giovane Corbu, ex Puskas Academy.
Che modulo di gioco?
—Un 4-2-3-1. In porta c’è la vecchia conoscenza del calcio italiano, perché cresciuto nell’Inter, Belec, che è anche il capitano.
Che squadra deve aspettarsi la Fiorentina?
—Una squadra molto carica, con nessun timore reverenziale perché ci sono giocatori esperti, abituati ai contesti europei, anche a livelli importanti. Per i viola sarà di sicuro più impegnativo che col San Gallo. L’Apoel è un avversario da non sottovalutare.
Com’è lo stadio, in cui la Fiorentina tra l’altro giocherà senza i suoi tifosi a causa della squalifica in Uefa?
—Bello, con una tifoseria calda, il Neo Gsp Stadium sarà esaurito con i suoi 22mila spettatori, è uno degli stadi più importanti a Cipro. È un ambiente ‘fumantino’, per niente facile. Hanno un seguito incredibile nell’isola, vedrete.
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